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Visualizzazione dei post da gennaio, 2022
 Lunedì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) SAN GIOVANNI BOSCO, presbitero – memoria Prima Lettura Fuggiamo dalle mani di Assalonne. Lasciate che Simei maledica, poichè glielo ha ordinato il Signore. 2 Sam 15,13-14.30;16, 5-13a Dal secondo libro di Samuèle 2 Sam 15,13-14.30;16, 5-13a In quei giorni, arrivò un informatore da Davide e disse: «Il cuore degli Israeliti è con Assalonne». Allora Davide disse a tutti i suoi servi che erano con lui a Gerusalemme: «Alzatevi, fuggiamo; altrimenti nessuno di noi scamperà dalle mani di Assalonne. Partite in fretta, perché non si affretti lui a raggiungerci e faccia cadere su di noi la rovina e passi la città a fil di spada». Davide saliva l’erta degli Ulivi, saliva piangendo e camminava con il capo coperto e a piedi scalzi; tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva. Quando poi il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della famiglia della casa di Saul, chiamato Simei, figlio di Ghera

San Giovanni Bosco

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Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 ai Becchi, frazione di Murialdo presso Castelnuovo d'Asti, da una povera famiglia di agricoltori. Sua mamma, Margherita, era una santa donna tutta dedita al lavoro ed ai suoi doveri di cristiana: infondere nei suoi figliuoli il santo timore di Dio. Del babbo non potè gustare il sorriso e la carezza, perchè se ne volò al cielo quando Giovanni era ancora in tenerissima età. Fin da fanciullo ebbe il dono di attirare a sè le anime dei fanciulli con i suoi giochi di prestigio e con la sua pietà, che gli cattivava l'animo di tutti. A prezzo di privazioni di ogni genere, in mezzo alle contrarietà degli stessi familiari, riuscì a compiere gli studi ecclesiastici e nel 1 841 fu ordinato sacerdote. Da questo punto comincia la sua missione speciale: « l'educazione dei giovani ». Lo aveva difatti profondamente colpito il fatto di vedere per le vie di Torino tanti giovanetti malvestiti, male educati, abbandonati, esposti ad ogni pericolo per l'

PREGHIERA A SAN GIOVANNI BOSCO

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O San Giovanni Bosco, che per poter studiare superaste difficoltà che parevano insormontabili, e amaste santamente e ardentemente i giovani e vi faceste loro padre e maestro, deh! fate che io superi ogni difficoltà che incontro nei miei studi; fate che sia diligente, umile e puro: che mi guardi dai cattivi compagni e' dalle cattive letture e che coltivi sempre nel mio cuore il timor di Dio; fate che ogni giorno mi sforzi di progredire non solo nella scienza, ma sopratutto nella virtù, affinchè sia la consolazione di quanti si occupano di me e divenga utile alla famiglia, alla Chiesa e alla Patria Amen. 

Santuario di Maria Ausiliatrice

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Il santuario di Maria Ausiliatrice è una basilica cattolica della città di Torino. (qui riposa Sam Giovanni Bosco) Inaugurato il 9 giugno 1868, il santuario fu voluto da San Giovanni Bosco, ed è circondato da un vasto comprensorio, chiamato Valdocco, poiché nel quartiere omonimo, oppure anche comprensorio salesiano; qui proliferano molte delle attività gestite dai salesiani e solitamente dedicate ai giovani, come scuole, attività sportive ed oratori. La basilica principale fu progettata dall'ingegnere Antonio Spezia. Tale chiesa venne dedicata a Maria, invocata da don Bosco come Ausiliatrice. Il 28 giugno 1911 fu elevata alla dignità di basilica minore, ma fu ingrandita soltanto tra il 1934 e il 1942, in concomitanza con la canonizzazione di don Bosco, le cui spoglie sono ospitate in una cappella completata nel 1938. Storia Tettoia Pinardi e la chiesetta di San Francesco di Sales Nel 1841 la zona Valdocco di Torino si presentava piena di campi, e qualche cascina. Qui, don Giovanni

DEDICAZIONE a San Giovanni Bosco

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Nella provincia di Asti, nel piccolo comune di Castelnuovo Don Bosco, sorge la Basilica dedicata al fondatore dell' Ordine dei Salesiani, costruita sul punto in cui San Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815. L'edificio è di recente costruzione, la prima pietra infatti è stata posata nel non lontano 1961 e sebbene le linee siano moderne la sua particolarità è dovuta al fatto che consiste in due chiese sovrapposte. Il 12 aprile 2010 è stata elevata a basilica minore da Papa Benedetto XVI. L'ESTERNO Imponente e maestosa, dalle linee dritte, si accede alla chiesa superiore attraversando un grande piazzale e salendo una lunga scalinata, per trovarsi sotto un colonnato che custodisce la statua bronzea del Santo dono degli insegnanti italiani nel 1929 per la sua beatificazione. A sovrastare il piano superiore una cupola dalle notevoli dimensioni, esattamente al centro di due campanili posti ai lati della facciata; sui lati esterni girando intorno alla chiesa vediamo tre diversi

Inizio novena a Sant'Apollonia (dal 31 gennaio all’ 08 febbraio)

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I. Per quell’acutissimo dolore che voi soffriste, o gloriosa s. Apollonia, quando per ordine del tiranno vi furono strappati i denti che tanto aggiungevano di decoro al vostro angelico volto, otteneteci dal Signore la grazia di essere sempre liberati da ogni molestia relativa a questo senso, o per lo meno soffrirla costantemente con imperturbabile rassegnazione. Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. II. Per quell’inaudito coraggio con cui voi, o gloriosa s. Apollonia, ai primo impulso dello Spirito Santo, vi slanciaste spontaneamente in mezzo al fuoco, senza che i carnefici vi trascinassero dentro, otteneteci dal Signore la grazia di secondare prontamente le divine ispirazioni, e dì sostenere, non solo con rassegnazione, ma ancora con allegria tutte le croci ch’egli si degnerà di inviarci. Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. III. Per quell’ammirabile i

Angelus 30 gennaio 2022

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  https://youtu.be/VY9zSrBzLic Francesco: Dio non si trova nei miracoli, ma nella realtà di ogni giorno Disponibilità e apertura della mente e del cuore: questi i due ingredienti attraverso cui passa la fede. Lo afferma Papa Francesco, all'Angelus, commentando il racconto dell'evangelista Luca della prima predicazione di Gesù a Nazaret. I suoi compaesani lo accolgono con ostilità, credono di conoscerlo bene, è il figlio del falegname. Gesù si presenta come non ce l'aspetteremmo, afferma il Papa, e ci chiede di accettare le sue vie Adriana Masotti - Città del Vaticano “Nessun profeta è bene accetto nella sua patria”: una frase che ancora oggi si sente ripetere spesso, pronunciata da Gesù a Nazaret. Il brano di oggi, tratto dal Vangelo di Luca, presenta Gesù nella sinagoga del suo luogo di nascita, dove tutti sapevano che era figlio di Giuseppe, il falegname. Dai suoi compaesani, meravigliati di sentirlo parlare e increduli, Gesù non viene capito, anzi, osteggiato: da lui, di
 IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C Prima Lettura Ti ho stabilito profeta delle nazioni. Ger 1,4-5.17-19 Dal libro del profeta Geremìa Ger 1,4-5.17-19   Nei giorni del re Giosìa, mi fu rivolta questa parola del Signore:   «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni».   Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.   Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti». Parola di Dio. COMMENTO PRIMA LETTURA  Ti ho stabilito profeta delle nazioni. Nel racconto della sua vocazione Geremia (VII-VI secolo a.C.) fa balenare i caratteri della

Santa Martina

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Questa santa Vergine romana discendeva da celebre famiglia consolare. Rimasta orfana ancora in tenera età, si dedicò con tutto l'ardore della sua anima giovanile alle opere della cristiana pietà, distribuendo con la massima liberalità le ricchezze che i suoi le avevano lasciato in grande abbondanza. Non ci fu miseria che non soccorresse: nessuno mai bussò invano alla sua porta. Nei poverelli ella vedeva Gesù stesso, il Maestro Divino che aveva detto: « Quello che avrete fatto al minimo dei vostri fratelli, l'avrete fatto a me ».  Siccome la carità cristiana era sconosciuta nel mondo pagano, ben presto si sospettò che Martina fosse seguace di quel Nazareno che veniva a predicare, per mezzo dei suoi Apostoli, una fratellanza universale anche nella stessa Roma. I nemici del nome cristiano le tennero gli occhi addosso. e accertatisi della cosa, non esitarono ad accusarla come cristiana. Temendo ella quanto le poteva accadere, e che difatti le accadde, d'essere arrestata ed ucci

PREGHIERA A SANTA MARTINA

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 O Signore fa che per l'intercessione dei tuoi santi, e in particolare di Santa Martina per la sua fede nel Signore, l'umanità ritorni alla pratica della fede cristiana per una nuova evangelizzazione di questo terzo millennio a lode e gloria del tuo nome ed il trionfo della Chiesa. Amen.

Chiesa dei Santi Luca e Martina

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La chiesa dei Santi Luca e Martina è un edificio di culto cattolico di Roma. Si trova nel Foro Romano e su di esso insiste l'omonima rettoria, rientrante all'interno della parrocchia di san Marco Evangelista al Campidoglio. Storia Intitolata inizialmente a Santa Martina, fu fondata nel VII secolo, presumibilmente da Onorio I, al quale si attribuisce anche la fondazione della vicina chiesa di sant'Adriano nella sede della Curia Senatus, la Curia Iulia. Decaduta, restaurata e nuovamente consacrata da Alessandro IV nel 1256, come ricorda la lapide murata nella cappella di destra, la chiesa è attestata nel Catalogo di Cencio Camerario, anche se Martina non è citata tra i santi di cui vi si custodivano le reliquie. Si arriva così al XVI secolo, quando Sisto V, che ha bisogno di spazio per la piazza di Santa Maria Maggiore, fa demolire la chiesa di San Luca dei Pittori. Ma i Pittori sono una corporazione importante e la perdita va compensata. Nel 1588, quindi, una bolla del papa

NOVENA a San Giovanni Bosco (dal 22 al 30 gennaio)

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NONO GIORNO Glorioso San Giovanni Bosco, che foste sempre così compassionevole delle umane sventure, riguardate a noi tanto bisognosi del vostro aiuto. Fate discendere sopra di noi e sulle nostre famiglie le benedizioni di Maria Ausiliatrice, ed otteneteci tutte quelle grazie, spirituali e temporali, che ci sono necessarie in vita e in morte. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo:  come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen. V - Pregate per noi, o San Giovanni Bosco. R - Perchè siamo fatti degni delle promesse di Cristo. O Dio, che hai suscitato San Giovanni Bosco, tuo confessore, quale Padre e Maestro della gioventù, ed hai voluto che per opera sua, con l'aiuto della Vergine Maria, fiorissero nella Chiesa nuove famiglie religiose, concedi, Te ne preghiamo, che infiammati dalla medesima carità sappiamo cercar le anime e servire a Te solo. Così sia.
 Sabato della III settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) Prima Lettura Ho peccato contro il Signore! 2Sam 12,1-7a.10-17 Dal secondo libro di Samuèle 2Sam. 12,1-7a.10-17 In quei giorni, il Signore mandò il profeta Natan a Davide, e Natan andò da lui e gli disse: «Due uomini erano nella stessa città, uno ricco e l’altro povero. Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero, mentre il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina, che egli aveva comprato. Essa era vissuta e cresciuta insieme con lui e con i figli, mangiando del suo pane, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno. Era per lui come una figlia. Un viandante arrivò dall’uomo ricco e questi, evitando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso quanto era da servire al viaggiatore che era venuto da lui, prese la pecorella di quell’uomo povero e la servì all’uomo che era venuto da lui». Davide si adirò contro quell’uomo e disse a Natan: «Per la vita del Signore, chi ha fatto questo è degno di morte.

San Costanzo di Perugia

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 Costanzo visse nel II secolo, era un giovane cristiano che si distingueva fin da subito nella Chiesa perugina per il suo zelo e per la sua generosità verso i poveri unita ad una grande severità verso se stesso.  Venne perciò eletto Vescovo molto giovane, quando aveva appena trent'anni. Era però già prudente, saggio nell'apostolato, maturo nella carità, saldo nell'autorità, e si dimostrò un Vescovo provvidenziale, specialmente negli anni difficili della persecuzione di Marco Aurelio. Non tardò infatti l'imperatore ad arrestarlo e processarlo con l'accusa di aver abbracciato la fede nel Signore e se era trovato colpevole, cioè se confermava la propria fede rifiutando di sacrificare, doveva essere condannato alla pena capitale. Non si sa chi denunziò l'attivo e benefico Vescovo di Perugia. Probabilmente, come in molti altri casi, qualcuno sperò di metter le mani sulle ricchezze della Chiesa, avute in consegna dai fedeli e destinate ai poveri. Forse proprio per que

Dedicazione a San Costanzo di Perugia

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La chiesa di San Costanzo è una chiesa parrocchiale della città di Perugia, dedicata ad uno dei compatroni del capoluogo umbro. Nell'ottobre del 2008 papa Benedetto XVI l'ha elevata alla dignità di basilica minore. Ubicazione Il tempio sorge nel centro storico di Perugia, subito fuori dalla porta di San Costanzo che si apre alla fine di Borgo XX Giugno, e fu eretto sul luogo in cui il santo fu sepolto in un mausoleo dopo il martirio. Storia San Costanzo è tradizionalmente riconosciuto come il primo vescovo di Perugia, martirizzato nei pressi di Foligno durante le persecuzioni dei cristiani, sotto il regno di Marco Aurelio. Secondo tutte le redazioni della sua passio, il corpo del Santo fu sepolto nelle immediate vicinanze della città, in un'area denominata Areola fuori Porta San Pietro . In un diploma dell'Imperatore Corrado II del 1027, la zona viene descritta come appartenente al monastero di san Pietro, al quale fu donata per volontà del vescovo Onesto nell'anno
 SAN TOMMASO D'AQUINO, presbitero e dottore della Chiesa – memoria Venerdì della III settimana del Tempo Ordinario (anno pari) Prima Lettura Mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Urìa l’Ittita. 2Sam 11,1-4a.5-10a.13-17 Dal secondo libro di Samuèle 2Sam 11,1-4a.5-10a.13-17 All’inizio dell’anno successivo, al tempo in cui i re sono soliti andare in guerra, Davide mandò Ioab con i suoi servitori e con tutto Israele a compiere devastazioni contro gli Ammoniti; posero l’assedio a Rabbà, mentre Davide rimaneva a Gerusalemme. Un tardo pomeriggio Davide, alzatosi dal letto, si mise a passeggiare sulla terrazza della reggia. Dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno: la donna era molto bella d’aspetto. Davide mandò a informarsi sulla donna. Gli fu detto: «È Betsabea, figlia di Eliàm, moglie di Urìa l’Ittita». Allora Davide mandò messaggeri a prenderla. La donna concepì e mandò ad annunciare a Davide: «Sono incinta». Allora Davide mandò a dire a Ioab: «Mandami Urìa l’
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 SAN TOMMASO D’AQUINO  Un astro di luce particolare e inestinguibile brilla nel cielo del secolo XIII; luce che attraversa i secoli, che illumina le menti: l'Angelico Dottore S. Tommaso.  Nacque ad Aquino nell'anno 1227 dal conte Landolfo e dalla contessa Teodora, parente di Federico Barbarossa, signori fra i più illustri di quei tempi. Educato cristianamente fin dalla più tenera età, diede molti segni della sua futura scienza e grandezza. A cinque anni fu affidato per l'educazione ai monaci benedettini di Montecassino. Vi rimase fino ai quattordici anni, fino a quando cioè i torbidi politici non decisero i genitori a riprenderlo entro le mura del proprio castello. Più tardi fu mandato all'Università di Napoli, ove, sebbene assai giovane, manifestò il suo potente ingegno, acquistandosi fama presso i condiscepoli e stima presso i maestri. Già si concepivano su di lui le più lusinghiere speranze, già i conti d'Aquino ed altri vedevano in lui il futuro campione del for

Chiesa dei Giacobini. (Dedicazione a San Tommaso d’Aquino

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La chiesa dei Giacobini, in francese église des Jacobins, fa parte del complesso appartenuto all'Ordine dei frati predicatori nel centro della città di Tolosa, fra il Campidoglio e la Garonna. L'aggettivo "giacobino" attribuito ai domenicani francesi dal loro grande convento di rue Saint-Jacques (San Giacomo) a Parigi. L'intero complesso conventuale è fabbricato in mattoni ed è considerato un gioiello dell'arte gotica della Linguadoca in materia di edifici monastici dei secoli XIII e XIV. La chiesa ospita dal 1369 la tomba di san Tommaso d'Aquino, al quale è dedicata. Nel complesso conventuale inoltre venne istituita nel 1229 l'antica Università di Tolosa, soppressa durante la Rivoluzione francese. Dal 1840 è considerata Monumento storico di Francia. Storia Il complesso venne eretto in quattro fasi su terreni acquistati nel 1229 sulla parte settentrionale dell'antico bastione romano, con il denaro donato da un ricco notabile tolosano, Pons de Capde