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Visualizzazione dei post da febbraio, 2023

Martedì della I settimana di Quaresima

Prima Lettura La mia parola opera ciò che desidero. Is 55,10–11 Dal libro del profeta Isaìa Is 55,10-11   Così dice il Signore: «Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata». Parola di Dio. COMMENTO PRIMA LETTURA  La mia parola opera ciò che desidero. Dio realizza i suoi piani anche quando tutte le prospettive umane sono contrarie. Così doveva pensare il popolo d’Israele, al quale Dio, per mezzo de profeta Isaia, aveva promesso il ritorno in patria. Salmo Responsoriale Dal Sal 33 (34) R. Il Signore libera i giusti da tutte le loro angosce. Oppure: R. Chi spera nel Signore non resta confuso. Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Sig

San Romano di Condat

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Il monachesimo fu uno dei più larghi e fecondi movimenti religiosi, che producessero effetti di spirituale perfezione e insieme di civile progresso.  Per questo la schiera dei Santi monaci è quasi sterminata. Riempie di luce i secoli più bui del Medioevo; lievita la vita di quella società che sembrava oppressa dalla più torva barbarie. San Romano fa parte della grande famiglia dei monaci francesi, perché la Francia, subito dopo l'Italia, fu la terra propizia al monachesimo. E ciò si spiega col fatto che il monachesimo, per quanto movimento squisitamente cristiano, s'innestava sulla parte migliore della romanità, accogliendo quegli elementi di civiltà latina, che i barbari distruggevano ovunque, ma che non riuscivano a cancellare nell'ambito di quella grande casa romana costituita dal monastero. Ecco perché il monachesimo si propagò e attecchì facilmente nei paesi più fedeli alla tradizione romana. Il Santo di oggi, per quanto francese, fu Romano di nome e di spirito. Entrò

PREGHIERA A SAN ROMANO DI CONDAT

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San Romano, abate austero e buono, con fiducia a te rivolgiamo la nostra preghiera. Ricordati di noi davanti a Dio, Padre onnipotente e misericordioso. A te affidiamo i desideri del nostro cuore, i bisogni del nostro tempo. Tu, che ti sei inoltrato, in totale solitudine, tra le montagne inesplorate del Giura, portando con te il testo della Sacra Scrittura e gli attrezzi da lavoro, aiutaci a spendere la vita nella preghiera assidua e perseverante, nella carità operosa e generosa, amando il silenzio che è la patria di Dio. Tu, che sei stato maestro e guida spirituale, chiedi per noi una volontà rinnovata della sequela di Gesù, la passione per la santità, l’audacia di abbandonare il mondo del peccato e del male, la gioia del deserto quale luogo di intimità di amore con il divino Sposo. Tu, che senza timore hai abbracciato due lebbrosi guarendoli dalla loro malattia, ottienici la grazia della compassione e della consolazione per ogni infermità umana. A te, che con l’esempio della vita hai

Lunedì della I settimana di Quaresima

Prima Lettura Giudica il tuo prossimo con giustizia. Lv 19,1–2.11–18 Dal libro del Levìtico Lv 19,1-2.11-18   Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: "Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo. Non ruberete né userete inganno o menzogna a danno del prossimo. Non giurerete il falso servendovi del mio nome: profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore. Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò che è suo; non tratterrai il salario del bracciante al tuo servizio fino al mattino dopo. Non maledirai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore. Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero né userai preferenze verso il potente: giudicherai il tuo prossimo con giustizia. Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il Signore. Non coverai nel tuo cuore odio c

San Gabriele dell'Addolorata

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Francesco Possenti nacque ad Assisi il I marzo 1838 da nobile famiglia. Dai genitori ricevette quell'educazione cristiana che fu poi il germe della sua vocazione allo stato religioso. Fu giovane elegantissimo, ed era così rigoroso nell'esigere che i suoi abiti fossero ben tenuti e preparati, che facilmente s'irritava se qualche cosa mancava o scorgeva qualche piccola macchia sfuggita alle persone di servizio. Questo suo carattere, che lo portava a commettere impazienze; fu causa talvolta di dispiaceri al padre e ai fratelli. Studiò fino a 17 anni, dopo i quali, addolorato vivamente per la morte della madre, vittima del colera del 1855, si ritirò in religione.  Scelse la regola dei Padri Passionisti, fondati da San Paolo della Croce, per poter consolare col suo delicatissimo cuore i dolori della passione di Gesù Cristo e della Vergine Addolorata. Non più quindi vanità, non più ricercatezze, ma il rozzo saio passionista fu la sua ambizione. Compiuto il noviziato prese il nome

PREGHIERA A SAN GABRIELE DELL'ADDOLORATA

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O Signore, che hai insegnato a San Gabriele dell'Addolorata a meditare assiduamente i dolori della tua dolcissima Madre, e per mezzo di lei lo hai elevato alle vette più alte della santità, concedi a noi, per la sua intercessione e il suo esempio, di vivere tanto uniti alla tua Madre addolorata da goderne sempre la materna protezione. Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

I DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A

Prima Lettura La creazione dei progenitori e il loro peccato. Gn 2,7-9; 3,1-7 Dal libro della Gènesi Gn 2,7-9; 3,1-7 Il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: "Non dovete mangiare di alcun albero del giardino"?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete"». Ma il

Sant’Alessandro di Alessandria

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 Sant'Alessandro, Vescovo di Alessandria in Egitto, dal 312 al 326, fu uno dei protagonisti di quella dolorosa lotta che aprì la lunga e insidiosa vicenda dell'eresia nota nella storia della Chiesa con il nome di Arianesimo. Sembra che proprio per invidia di Alessandro, eletto Vescovo di Alessandria, l'ambizioso prete Ario, aspirante a quella nomina, cominciasse la sua insidiosa sobillazione. Colto, eloquente e intrigante, Ario cominciò a diffondere una sua dottrina, secondo la quale soltanto il Padre sarebbe stato Dio, mentre Gesù non sarebbe stato che una pura creatura, la più eccellente, ma non divina né eterna. Dunque né Dio né uomo, ma una specie di demiurgo, intermediario tra il Padre e le sue creature. Il Vescovo Alessandro avvertì immediatamente il pericolo di quella dottrina, che disgregava la Trinità. Cercò con i mezzi più persuasivi di correggere Ario, il quale, avendo già avuto l'adesione di molti monaci e di qualche Vescovo, si sentiva ambiziosamente caposc

PREGHIERA A SANT'ALESSANDRO DI ALESSANDRIA

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Sant’Alessandro oggi ti eleggo a mio speciale patrono: sostieni in me la Speranza, confermami nella Fede, rendimi forte nella Virtù. Aiutami nella lotta spirituale, ottienimi da Dio tutte le Grazie che mi sono più necessarie ed i meriti per conseguire con te la Gloria Eterna. Amen.

Sabato dopo le ceneri

Prima Lettura Se aprirai il tuo cuore all’affamato, brillerà fra le tenebre la tua luce. Is 58,9b-14 Dal libro del profeta Isaìa Is 58,9b-14   Così dice il Signore: «Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono. La tua gente riedificherà le rovine antiche, ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni. Ti chiameranno riparatore di brecce, e restauratore di strade perché siano popolate. Se tratterrai il piede dal violare il sabato, dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro, se chiamerai il sabato delizia e venerabile il giorno sacro al Signore, se lo onorerai evitando di metterti in cammino, di sbrigare affari e di contrattare, al

San Gerlando

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Al vescovo Gerlando si deve la riorganizzazione della diocesi di Agrigento dopo la lunga occupazione musulmana che durò dall'829 al 1086. Nominato primicerio della Schola cantorunt della chiesa di Mileto (Catanzaro) dal gran conte di Sicilia Ruggero I degli Mtavilla, dopo la riconquista di Agrigento dall'occupazione araba e il ristabilimento della gerarchia ecclesiastica nell'isola, Gerlando fu nominato, dallo stesso conte, vescovo della città nel 1088, consacrato poi a Roma da papa Urbano 11 (la bolla di conferma pontificia è del 1098).  La sua opera di riorganizzazione della comunità cristiana di Agrigento, che dopo l'occupazione musulmana contava pochi cristiani, lo portò in sei anni a costruire l'episcopio e la cattedrale, dedicati alla Madonna e a san Giacomo. Fortificò il castello di Agrigento (nome assunto dalla città nel 1927, ma che allora si chiamava Girgenti dal nome Gergent datole dagli arabi). Partecipò poi al convegno di Mazara del 1098, in cui il cont

PREGHIERA A SAN GERLANDO DI AGRIGENTO

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O San Gerlando, che hai riportato ad Agrigento la fede, riaprendo la via della verità, della grazia e della salvezza eterna, mentre ti onoriamo ti invochiamo e ti offriamo la nostra affettuosa devozione. Ti preghiamo di intercedere presso Gesù benedetto e Maria Santissima perché anche in noi si ravvivi la fede, la virtù e la grazia e possiamo partecipare alla gloria soprannaturale nella quale sei tu. Amen

Venerdì dopo le Ceneri

Prima Lettura È forse questo il digiuno che bramo? Is 58,1-9a Dal libro del profeta Isaìa Is 58,1-9a Così dice il Signore: «Grida a squarciagola, non avere riguardo; alza la voce come il corno, dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati. Mi cercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio: "Perché digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?". Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l'uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e gio

SANT’ETELBERTO

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 Il pagano Etelberto sposò Berta, principessa dei Franchi, consentendole di professare la sua religione e, primo dei sovrani anglosassoni, fu convertito da Agostino di Centerbury inviato dal Papa Gregorio Magno. Il Venerabile Beda narra di un incontro avvenuto sull'isola Tanatos, all'aperto perchè il Re temeva i sortilegi e le magie dei cristiani, e di come Agostino gli andò incontro con una croce d'argento guadagnando la sua fiducia. Etelberto fondò tre diocesi: Centerbury, Rochester e Londra dove iniziò la costruzione della St. Paul's Cathedral. Venerato come Santo insieme alla moglie, non impose mai il cristianesimo ai suoi sudditi. È rappresentato in abiti regali, con lo scettro e la corona. MARTIROLOGIO ROMANO. A Canterbury in Inghilterra, sant’Etelberto, re del Kent, che il vescovo sant’Agostino convertì, primo tra i principi inglesi, alla fede di Cristo.

PREGHIERA A SANT'ETELBERTO

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Ti preghiamo, o Signore, di concederci benignamente il tuo aiuto, e per l'intercessione di Sant' Etelberto Re del Kent, stendi sopra di noi la tua protezione contro le molteplici insidie del nemico. Amen

Giovedì dopo le Ceneri

Prima Lettura Io pongo oggi davanti a te la benedizione e la maledizione. Dt 30,15-20 Dal libro del Deuteronòmio Dt 30,15-20 Mosè parlò al popolo e disse: «Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Oggi, perciò, io ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore, tuo Dio, ti benedica nella terra in cui tu stai per entrare per prenderne possesso. Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, oggi io vi dichiaro che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano. Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, tuo

San Policarpo

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 Poco si conosce della vita di S. Policarpo. Si sa che in gioventù si converti al Cristianesimo: ebbe la fortuna di essere istruito dagli Apostoli ed in special modo da S. Giovanni Evangelista che lo ordinò vescovo della Chiesa di Smirne verso l'anno 96, e fu primate di tutta l'Asia. Tanto fu l'affetto dei fedeli verso il loro pastore, che ognuno desiderava servirlo, ritenendosi fortunato al solo toccarlo. A lui sono rivolte quelle parole dell'Apocalisse: « Io so la tua tribolazione e la tua povertà, ma sei ricco di virtù ». Un simile elogio, fatto dallo stesso Spirito Santo, ci mostra quanto fosse grande la sua virtù_ Infatti il suo zelo per la purità della dottrina era sì fervido che quando udiva qualche cosa di contrario si chiudeva gli orecchi gridando: « Ah, Signore, a quali tempi m'avete voi riserbato », e prontamente spiegava la verità. Ritornando da Roma, s'imbattè a caso nell'eretico Marcione che superbamente gli chiese: Mi conosci tu? Cui Policarpo

PREGHIERA A SAN POLICARPO

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O Dio, che nel glorioso martirio di San Policarpo vescovo ci hai dato un segno della tua presenza amorosa nella Chiesa, concedi a noi, che confidiamo nella sua intercessione, di imitarlo nella fermezza della fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo. 

Mercoledì delle Ceneri

Prima Lettura Laceratevi il cuore e non le vesti. Gl 2,12-18 Dal libro del profeta Gioèle Gl 2,12-18 Così dice il Signore: «Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male». Chi sa che non cambi e si ravveda e lasci dietro a sé una benedizione? Offerta e libagione per il Signore, vostro Dio. Suonate il corno in Sion, proclamate un solenne digiuno, convocate una riunione sacra. Radunate il popolo, indite un'assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti; esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo. Tra il vestibolo e l'altare piangano i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: «Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al ludibrio e alla derisione delle genti». Perché si dovrebbe dire fra i popoli: «Dov'è il l

Sacre Ceneri

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Il Mercoledì delle Ceneri è il giorno nel quale ha inizio la quaresima, il periodo di quaranta giorni che precedono la Pasqua di Risurrezione e nei quali al Chiesa cattolica invita i fedeli ad un cammino di penitenza, di preghiera, di carità per giungere convertiti al rinnovamento delle promesse battesimali, che si compirà appunto la Domenica di Pasqua. Momento caratteristico della liturgia del Mercoledì delle Ceneri è lo spargimento, da parte del celebrante, di un pizzico di cenere benedetta sul capo dei fedeli. Si accompagna tale rito con le parole «Convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1,15), frase introdotta dal Concilio Vaticano II, mentre prima si utilizzava l'ammonimento, contenuto nel Libro della Genesi, «Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris» («Ricordati uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai»), forma quest'ultima ancora in uso nella Messa tridentina. È consuetudine che le ceneri utilizzate per l'imposizione delle ceneri sul capo dei fedeli

PREGHIERA A SACRE CENERI

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Ti preghiamo, Signore Gesù, fa' che questa cenere scenda sulle nostre teste con la forza della grandine e ci svegli dal torpore del peccato. Fa' che questi quaranta giorni siano un occasione speciale per convertire il nostro cuore a Te, e rimetterti al primo posto della nostra vita. Donaci di saper riconoscere il tuo passaggio e di vivere ogni istante con la certezza che Tu cammini in mezzo a noi, che Tu sai aspettare il nostro passo lento e insicuro; che Tu sai vedere in noi quello che nemmeno sappiamo immaginare. In questi quaranta giorni, metti nel nostro cuore desideri che palpitino al ritmo della tua Parola. Maria aggiunga ciò che manca alla nostra preghiera. Amen.

Martedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Prima Lettura Preparati alla tentazione. Sir 2,1-13 (NV) [gr. 2,1-11] Dal libro del Siràcide Sir 2,1-13 (NV) [gr. 2,1-11] Figlio, se ti presenti per servire il Signore, resta saldo nella giustizia e nel timore, prepàrati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante, tendi l’orecchio e accogli parole sagge, non ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni. Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, perché l’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Affìdati a lui ed egli ti aiuterà, raddrizza le tue vie e spera in lui, persisti nel suo timore e invecchia in esso. Voi che temete il Signore, aspettate la sua misericordia e non deviate, per non cadere. Voi che temete il Signore, confidate in lui, e la vostra ricompensa non verrà meno. Voi che temete il Signore, sperate nei suoi benefici, nella felicità eterna e nella misericordia. Voi che temete il Signore,

San Pier Damiani

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 Glorioso collaboratore di S. Gregorio VII e come lui figlio di S. Benedetto. S. Pier Damiani è una delle glorie più fulgide della Chiesa nel secolo xi. Nacque a Ravenna verso l'anno 988 da buona famiglia, ma poco favorita dai beni di fortuna. Perduti i genitori quando era ancor fanciullo, ebbe come tutore un suo fratello maggiore di nome Damiano. E Pietro, in riconoscenza di tutte le sollecitudini che questi usò verso di lui, prese in seguito il soprannome di Damiano.  Studiò a Faenza dove eccelse per sapere e per illibatezza di costumi. Ma un giorno la Divina Provvidenza volle che incontrasse due eremiti camaldolesi, ai quali confidò il suo desiderio di vivere in solitudine. Accolto nel loro ordine, si ritirò nel monastero di Fonte Avellana in diocesi di Gubbio, divenendone presto abate. Divideva il tempo nella preghiera, nello studio della Sacra Scrittura e nella penitenza, mostrandosi ai giovani figli modello sublime in ogni virtù. Quando l'attrattiva del comodo vivere veni

PREGHIERA A SAN PIER DAMIANI

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O Dio Spirito Santo, uguale al Padre e al Figlio nella sostanza e nell'eternità, tu che procedi in modo ineffabile dall'uno e dall'altro, degnati di scendere nel mio cuore e scaccia, tu meraviglioso portatore di luce, le tenebre della mia iniquità affinché, come il seno della Vergine col tuo afflato concepì il Verbo di Dio, così anch'io con l'ausilio della tua grazia possa portare sempre nella mia mente l'Autore della mia salvezza. Tu infatti, o Signore, sei la luce delle menti, la virtù dei cuori, la vita delle anime  

Lunedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Prima Lettura Prima d'ogni cosa fu creata la sapienza. Sir 1,1-10 (NV) [gr. 1,1-10ab] Dal libro del Siràcide Sir 1,1-10 (NV) [gr. 1,1-10ab] Ogni sapienza viene dal Signore e con lui rimane per sempre. La sabbia del mare, le gocce della pioggia e i giorni dei secoli chi li potrà contare? L'altezza del cielo, la distesa della terra e le profondità dell'abisso chi le potrà esplorare? Chi ha scrutato la sapienza di Dio, che è prima di ogni cosa? Prima d'ogni cosa fu creata la sapienza e l'intelligenza prudente è da sempre. Fonte della sapienza è la parola di Dio nei cieli, le sue vie sono i comandamenti eterni. La radice della sapienza a chi fu rivelata? E le sue sottigliezze chi le conosce? Ciò che insegna la sapienza a chi fu manifestato? La sua grande esperienza chi la comprende? Uno solo è il sapiente e incute timore, seduto sopra il suo trono. Il Signore stesso ha creato la sapienza, l'ha vista e l'ha misurata, l'ha effusa su tutte le sue opere, a ogni

Santa Giacinta Marto

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Jacinta de Jesus Marto, settima figlia di Manuel Pedro Marto e Olimpia de Jesus, era una pastorella nata ad Aljustrel, in Portogallo l'11 marzo 1910, ma è diventata famosa, assieme a suo fratello Francisco e alla loro cuginetta Lucia, per essere stata testimone di alcuni eventi miracolosi: le apparizioni della Madonna. Giacinta era una bambina come le altre e conduceva una vita semplice: le piaceva giocare e ballare quando possibile. Ma la sua esistenza cambiò quel 13 maggio 1917 quando, in un luogo chiamato Cova da Iria, nei pressi di Fatima, assistè alla prima apparizione di quella conosciuta in seguito come Madonna di Fatima. Nonostante la sua giovanissima età il cambiamento fu radicale, ella infatti si fece seria e modesta, e il suo spirito di sacrificio divenne parte integrante della sua giovane vita: si privava anche della merenda per aiutare i bambini di due famiglie bisognose, e la sua preoccupazione più grande era la salvezza delle anime dei peccatori, per le quali pregava

PREGHIERA A SANTA GIACINTA MARTO

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Nostra Signora di Fatima, Tu che hai scelto Giacinta, umile e povera pastorella, per annunciare al mondo i desideri del tuo Cuore Immacolato, aiutaci ad accogliere il tuo messaggio di conversione, perché liberati dal peccato possiamo vivere una vita nuova. Oh Santa Giacinta, te che fosti capace di una preghiera intensa, fa' che il momento della preghiera quotidiana diventi per noi il cuore di ogni nostra giornata. Amen

VII Domenica del Tempo Ordinario – ANNO A

Prima Lettura Ama il tuo prossimo come te stesso. Lv 19,1-2.17-18 Dal libro del Levìtico Lv 19,1-2.17-18   Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo. Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore”».   Parola di Dio. Salmo Responsoriale Dal Sal 102 (103) R. Il Signore è buono e grande nell'amore. Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. R.   Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. R.   Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore