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Visualizzazione dei post da gennaio, 2023

SAN GIOVANNI BOSCO, PRESBITERO – memoria

Prima Lettura Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti. Eb 12,1–4 Dalla lettera agli Ebrei Eb 12,1-4   Fratelli, anche noi, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato. Parola di Dio. COMMENTO PRIMA LETTURA  Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti. Gesù ci viene proposto come modello di <<perseveranza nella corsa che ci sta davanti>> (cfr. 1Cor 9,24). La resistenza al pec

San Giovanni Bosco

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Questo nome popolarissimo e tanto venerato ricorda un'istituzione grandiosa e benefica che da anni assiste ed educa cristianamente la gioventù, raccolta in centinaia di case sparse in tutto il mondo.  Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 ai Becchi, frazione di Murialdo presso Castelnuovo d'Asti, da una povera famiglia di agricoltori. Sua mamma, Margherita, era una santa donna tutta dedita al lavoro ed ai suoi doveri di cristiana: infondere nei suoi figliuoli il santo timore di Dio. Del babbo non potè gustare il sorriso e la carezza, perchè se ne volò al cielo quando Giovanni era ancora in tenerissima età. Fin da fanciullo ebbe il dono di attirare a sè le anime dei fanciulli con i suoi giochi di prestigio e con la sua pietà, che gli cattivava l'animo di tutti. A prezzo di privazioni di ogni genere, in mezzo alle contrarietà degli stessi familiari, riuscì a compiere gli studi ecclesiastici e nel 1 841 fu ordinato sacerdote. Da questo punto comincia la sua missione speciale

PREGHIERA A SAN GIOVANNI BOSCO

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O San Giovanni Bosco, che per poter studiare superaste difficoltà che parevano insormontabili, e amaste santamente e ardentemente i giovani e vi faceste loro padre e maestro, deh! fate che io superi ogni difficoltà che incontro nei miei studi; fate che sia diligente, umile e puro: che mi guardi dai cattivi compagni e' dalle cattive letture e che coltivi sempre nel mio cuore il timor di Dio; fate che ogni giorno mi sforzi di progredire non solo nella scienza, ma sopratutto nella virtù, affinchè sia la consolazione di quanti si occupano di me e divenga utile alla famiglia, alla Chiesa e alla Patria Amen.

Lunedì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Prima Lettura Per fede conquistarono regni. Dio per noi aveva predisposto qualcosa di meglio. Eb 11,32-40 Dalla lettera agli Ebrei Eb 11,32-40   Fratelli, che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuèle e dei profeti; per fede, essi conquistarono regni, esercitarono la giustizia, ottennero ciò che era stato promesso, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, sfuggirono alla lama della spada, trassero vigore dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. Alcune donne riebbero, per risurrezione, i loro morti. Altri, poi, furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono insulti e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, tagliati in due, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati - di loro il mon

Santa Martina

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 Questa santa Vergine romana discendeva da celebre famiglia consolare. Rimasta orfana ancora in tenera età, si dedicò con tutto l'ardore della sua anima giovanile alle opere della cristiana pietà, distribuendo con la massima liberalità le ricchezze che i suoi le avevano lasciato in grande abbondanza. Non ci fu miseria che non soccorresse: nessuno mai bussò invano alla sua porta. Nei poverelli ella vedeva Gesù stesso, il Maestro Divino che aveva detto: « Quello che avrete fatto al minimo dei vostri fratelli, l'avrete fatto a me ».  Siccome la carità cristiana era sconosciuta nel mondo pagano, ben presto si sospettò che Martina fosse seguace di quel Nazareno che veniva a predicare, per mezzo dei suoi Apostoli, una fratellanza universale anche nella stessa Roma. I nemici del nome cristiano le tennero gli occhi addosso. e accertatisi della cosa, non esitarono ad accusarla come cristiana. Temendo ella quanto le poteva accadere, e che difatti le accadde, d'essere arrestata ed ucc

PREGHIERA A SANTA MARTINA

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O Signore fa che per l'intercessione dei tuoi santi, e in particolare di Santa Martina per la sua fede nel Signore, l'umanità ritorni alla pratica della fede cristiana per una nuova evangelizzazione di questo terzo millennio a lode e gloria del tuo nome ed il trionfo della Chiesa. Amen.

IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

Prima Lettura Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero. Sof 2,3; 3,12-13 Dal libro del profeta Sofonìa Sof 2,3; 3,12-13 Cercate il Signore voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini, cercate la giustizia, cercate l'umiltà; forse potrete trovarvi al riparo nel giorno dell'ira del Signore. «Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero». Confiderà nel nome del Signore il resto d'Israele. Non commetteranno più iniquità e non proferiranno menzogna; non si troverà più nella loro bocca una lingua fraudolenta. Potranno pascolare e riposare senza che alcuno li molesti. Parola di Dio. Salmo Responsoriale Dal Sal 145 (146) R. Beati i poveri in spirito. Il Signore rimane fedele per sempre rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri. R. Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri. R. Egli sostiene l'orfano e la vedova, ma sconvolge l

San Costanzo di Perugia

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 Costanzo visse nel II secolo, era un giovane cristiano che si distingueva fin da subito nella Chiesa perugina per il suo zelo e per la sua generosità verso i poveri unita ad una grande severità verso se stesso.  Venne perciò eletto Vescovo molto giovane, quando aveva appena trent'anni. Era però già prudente, saggio nell'apostolato, maturo nella carità, saldo nell'autorità, e si dimostrò un Vescovo provvidenziale, specialmente negli anni difficili della persecuzione di Marco Aurelio. Non tardò infatti l'imperatore ad arrestarlo e processarlo con l'accusa di aver abbracciato la fede nel Signore e se era trovato colpevole, cioè se confermava la propria fede rifiutando di sacrificare, doveva essere condannato alla pena capitale. Non si sa chi denunziò l'attivo e benefico Vescovo di Perugia. Probabilmente, come in molti altri casi, qualcuno sperò di metter le mani sulle ricchezze della Chiesa, avute in consegna dai fedeli e destinate ai poveri. Forse proprio per que

PREGHIERA A SAN COSTANZO DI PERUGIA

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Salve, Costanzo martire gloria dell’Umbria Santa Te proclamiamo unanimi nostro presidio e vanto. Padre e pastore vigile volgi lo sguardo amabile sui tuoi fedeli supplici pieni di santo ardore. Gloria all’Onnipotente al Figlio e al Paraclito la cui mercede il Martire venne ad eterno onore. Amen Prega per noi San Costanzo martire affinché siamo fatti degni delle promesse di Cristo 

SAN TOMMASO D'AQUINO, PRESBITERO E DOTTORE DELLA CHIESA – memoria

Prima Lettura Aspettava la città il cui architetto e costruttore è Dio stesso. Eb 11,1-2.8-19 Dalla lettera agli Ebrei Eb 11,1-2.8-19 Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso. Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggi

San Tommaso d'Aquino

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Un astro di luce particolare e inestinguibile brilla nel cielo del secolo XIII; luce che attraversa i secoli, che illumina le menti: l'Angelico Dottore S. Tommaso.  Nacque ad Aquino nell'anno 1227 dal conte Landolfo e dalla contessa Teodora, parente di Federico Barbarossa, signori fra i più illustri di quei tempi. Educato cristianamente fin dalla più tenera età, diede molti segni della sua futura scienza e grandezza. A cinque anni fu affidato per l'educazione ai monaci benedettini di Montecassino. Vi rimase fino ai quattordici anni, fino a quando cioè i torbidi politici non decisero i genitori a riprenderlo entro le mura del proprio castello. Più tardi fu mandato all'Università di Napoli, ove, sebbene assai giovane, manifestò il suo potente ingegno, acquistandosi fama presso i condiscepoli e stima presso i maestri. Già si concepivano su di lui le più lusinghiere speranze, già i conti d'Aquino ed altri vedevano in lui il futuro campione del foro napoletano o romano,

PREGHIERA A SAN TOMMASO D'AQUINO

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Amorosissimo San Tommaso, pel gran dono di carità da Dio largitovi pel quale, chiunque in grave necessità spirituale che temporale ricorrendo e voi ne otteneva pronto il sollievo, abbiate pietà anche di me ed esaudite la mia orazione. Vi prego dunque col più vivo del mio cuore che mi impetriale dalla Santissima Trinità la grazia di riformare i miei costumi ed adempire i precetti della sue santa legge, per poter conseguire il fine pel quale sono stato creato. Presentate, Vi prego, ogni mio desiderio al Signore, mostrategli le mie miserie, ottenetemi il rimedio di esse, ed assistetemi col vostro potente patrocinio in questa vita e particolarmente nell'ora della mia morte. Così sia.  

Venerdì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Prima Lettura Avete dovuto sopportare una lotta grande. Non abbandonate dunque la vostra franchezza. Eb 10,32–39 Dalla lettera agli Ebrei Eb 10,32-39   Fratelli, richiamate alla memoria quei primi giorni: dopo aver ricevuto la luce di Cristo, avete dovuto sopportare una lotta grande e penosa, ora esposti pubblicamente a insulti e persecuzioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo. Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di essere derubati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e duraturi. Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di perseveranza, perché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso. Ancora un poco, infatti, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà. Il mio giusto per fede vivrà; ma se cede, non porrò in lui il mio amore. Noi però non siamo di quelli che cedono, per la pr

Sant’Angela Merici

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 Nacque a Desenzano sul lago di Garda, nel 1474. Vigilata dai pii genitori, custodì diligentemente fin dai primi anni il giglio della verginità che propose di serbare intatto per tutta la vita. Aborriva ogni fasto muliebre, fino al punto di sfigurarsi il volto e recidersi la bella chioma, affine di piacere solo al celeste Sposo dei vergini.  Quando la morte le rapì gli amati genitori, fu accolta dallo zio, insieme con un suo fratellino. Quivi visse nel ritiro, nella penitenza, col cilicio e coi flagelli, nella preghiera quotidiana e notturna. Dietro consiglio del suo confessore, abbracciò la regola del terz'ordine francescano, e tornata alla natia Desenzano, il Signore le manifestò quanto voleva da lei. Un giorno Angela stava pregando con il suo solito fervore, quando vide aprirsi i cieli, e da una lunga scala che dalla terra saliva sopra le nubi, vide scendere e salire Angeli e Vergini, mentre una musica soavissima si spandeva all'intorno. Udì allora una voce che la invitava a

PREGHIERA A SANT'ANGELA MERICI

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O degna Sposa di quell'Agnello di Dio che si pasce solamente fra i gigli, voi che conservaste sempre il candore della vostra verginità edificando tutto il mondo colla pratica costante delle più belle virtù, otteneteci, vi preghiamo, la grazia che ad esempio di voi, sollecitamente fuggiamo tutti i piaceri del senso, viviamo nella carne secondo lo spirito, e riempiamo la lampada misteriosa dell'anima nostra coll'olio della carità e delle buone opere. Fate che c'innamoriamo talmente dell'angelica virtù della purità, che colla nostra conversione inspiriamo agli altri l'amore di essa, e cosi ci facciamo degni di entrare nel coro fortunato delle vostre compagne che insieme con voi godono di una visione particolare del loro Dio e cosi sia. Poter, Ave e Gloria. 

SANTI TIMOTEO E TITO, VESCOVI – memoria

Prima Lettura Mi ricordo della tua schietta fede. 2Tm 1,1-8. Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo 2Tm 1,1-8 Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio e secondo la promessa della vita che è in Cristo Gesù, a Timòteo, figlio carissimo: grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro. Rendo grazie a Dio che io servo, come i miei antenati, con coscienza pura, ricordandomi di te nelle mie preghiere sempre, notte e giorno. Mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo infatti della tua schietta fede, che ebbero anche tua nonna Lòide e tua madre Eunìce, e che ora, ne sono certo, è anche in te. Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l'imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che so

Santi Timoteo e Tito

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La memoria di due Vescovi delle primissime generazioni cristiane, ambedue convertiti da San Paolo e suoi collaboratori, è stata abbinata nel nuovo Calendario della Chiesa. Timoteo e Tito non erano israeliti, non appartenevano al Popolo eletto. Ambedue perciò impersonavano il primo grosso problema incontrato dalla Chiesa nascente. Il problema era questo: era lecito entrare nella Chiesa cristiana senza prima passare dalla Sinagoga ebraica? I pagani potevano essere battezzati direttamente, oppure il battesimo doveva essere riserbato soltanto ai circoncisi? La questione venne affrontata dagli Apostoli, a Gerusalemme, verso l'anno 50, in quello che può esser definito il primo Concilio della Chiesa. La controversia fu vivace, ma San Paolo, per quanto israelita, sostenne le ragioni dei pagani convertiti, e in tal senso convinse anche gli altri Apostoli, e San Pietro, che dette autorità alle decisioni del concilio. Timoteo era figlio di una donna israelita e di padre gentile, cioè pagano.

CONVERSIONE DI SAN PAOLO APOSTOLO – festa

Prima Lettura Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il nome di Gesù. At 22,3-16 Dagli Atti degli Apostoli At 22,3-16 In quei giorni, Paolo disse al popolo: «Io sono un Giudeo, nato a Tarso in Cilìcia, ma educato in questa città, formato alla scuola di Gamalièle nell'osservanza scrupolosa della Legge dei padri, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi. Io perseguitai a morte questa Via, incatenando e mettendo in carcere uomini e donne, come può darmi testimonianza anche il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro avevo anche ricevuto lettere per i fratelli e mi recai a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme anche quelli che stanno là, perché fossero puniti. Mentre ero in viaggio e mi stavo avvicinando a Damasco, verso mezzogiorno, all'improvviso una grande luce dal cielo sfolgorò attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?". Io risposi: "Chi sei, o S

Conversione di San Paolo

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  Uno dei più gloriosi trionfi della grazia divina é senza dubbio la conversione di S. Paolo, che la Chiesa celebra oggi con festa particolare.  S. Paolo era ebreo della tribù di Beniamino. Fu circonciso l'ottavo giorno dopo la nascita, e fu chiamato Saulo. Apparteneva, come il padre, alla setta dei farisei: setta la più rigorosa, ma nello stesso tempo la più recalcitrante alla grazia di Dio. I suoi genitori lo mandarono per tempo a Gerusalemme, alla scuola di Gamaliele, celebre dottore in legge. Sotto questa sapiente guida. Saulo si abituò alla più esatta osservanza della legge mosaica. Questo zelo fu quello appunto che fece di Saulo il persecutore più terribile dei primi seguaci di Gesù. Lo vediamo nella lapidazione di Stefano custodire le vesti dei lapidatori, non potendo far altro, non avendo l'età prescritta; egli stesso però lapidava nel suo cuore, non solo Stefano, ma tutti i Cristiani, avendo in mente una sola cosa: sradicare dalle fondamenta la Chiesa di Cristo e propa

PREGHIERA A CONVERSIONE DI SAN PAOLO APOSTOLO

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Glorioso san Paolo, che, convertito prodigiosamente alla fede sulla via di Damasco, foste dappoi tanto più fervoroso in zelare la gloria del Cristianesimo quanto non foste terribile prima in perseguitarla; e tanto amaste Gesù da soffrire sempre con giubilo, per la sua causa; prigionie, flagellazioni, lapidamenti, naufragi, persecuzioni d'ogni genere sino a che dagli empi satelliti di Nerone ne aveste troncato il capo: Voi, che chiamato da Dio a uria missione speciale foste sempre sì umile da reputarvi l'ultimo degli Apostoli, dando anche luminoso esempio di umile obbedienza al Capo degli Apostoli non intraprendendo la vostra predicazione del santo Evangelo se non dopo aver conferito con lui; impetrate a noi pure vero spirito di docile obbedienza e sommissione e otteneteci una fede viva e generosa che nulla paventi allorchè si tratta della causa di Gesù; e specchiandoci noi negli esempi luminosi della vostra vita, regolando sempre la nostra condotta a norma.

SAN FRANCESCO DI SALES, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA – memoria

Prima Lettura Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà. Eb 10,1–10 Dalla lettera agli Ebrei Eb 10,1-10   Fratelli, la Legge, poiché possiede soltanto un'ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha mai il potere di condurre alla perfezione per mezzo di sacrifici - sempre uguali, che si continuano a offrire di anno in anno - coloro che si accostano a Dio. Altrimenti, non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che gli offerenti, purificati una volta per tutte, non avrebbero più alcuna coscienza dei peccati? Invece in quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati. È impossibile infatti che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: "Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volon

SAN FRANCESCO DI SALES

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Francesco nacque l'anno 1567 nel castello di Sales, diocesi di Ginevra, da Francesco, conte di Sales, e da Francesca di Sionas.  Fin dai primi anni mostrò spiccata inclinazione al bene, e una grande docilità. Fece i suoi primi studi ad Annecy, e di qui fu mandato a Parigi. Qui studiò retorica, filosofia e teologia presso i PP. Gesuiti. La sua vita era ritirata: frequentava la chiesa e i Sacramenti; fin d'allora fece il voto di castità. Compiuti gli studi a Parigi, fu dal padre mandato a Padova per addottorarsi in legge. Quivi Francesco fu esposto a grandi pericoli, cui scampò felicemente con la sua forte volontà e l'aiuto di Dio in cui sempre confidava. Il padre di Francesco aveva pensato di fare del suo figlio uno dei più stimati gentiluomini della società e gli aveva già ottenuto un posto distinto nel senato di Chambery, mentre gli andava preparando un ricco partito. Francesco invece era chiamato a ben altro, e svelò ogni cosa al suo precettore, incaricandolo di farne con

PREGHIERA A SAN FRANCESCO DI SALES

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O vero prodigio di santità, glorioso San Francesco, che sapeste congiungere cosi bene la semplicità della Colomba colla prudenza del serpente, la conversazione del secolo col raccoglimento del chiostro e coll'austerità del deserto, quindi ricolmo di tutti I doni del Santo Spirito sapeste aprire agli amanti della pietà una via affatto nuova, cioè tutta facile e deliziosa per arrivar con certezza alla perfezione la più sublime, ottenetemi dal Signore la grazia che lo cammini sempre fedele dietro la scorta Infallibile dei vostri santi insegnamenti, affinché, vivendo come voi a guisa dl lucerna ardente e luminosa possa dopo avere santificato me stesso ed eruditi gli altri nella giustizia, divenire' non solo ammiratore dei vostri meriti, ma partecipe ancora dl quella gloria che voi godete beato coi Santi e cogli Angioli nel Paradiso. Qui ad fustinam erudiunt multus, quasi stelloe fulgebunt in perpetuas aeternitates Gloria. 

Lunedì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Prima Lettura Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta a coloro che l’aspettano. Eb 9,15.24-28 Dalla lettera agli Ebrei Eb 9,15.24-28   Fratelli, Cristo è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa. Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola vo

Sant'Ildefonso da Toledo

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 Ildefonso era nipote di S. Eugenio di Toledo (t 657, 13 nov.), a cui sarebbe succeduto nella sede arcivescovile di quella città. Divenne monaco in giovane età nonostante l'opposizione dei genitori. Entrò nella comunità monastica di Agalia, vicino a Toledo, e fu ordinato diacono intorno al 630. Egli stesso fondò e sovvenzionò una comunità di monache, il che fa pensare che la sua famiglia fosse benestante. Fu eletto abate del monastero agaliense e in questa veste partecipò ai concili di Toledo tenuti nel 653 e 655. Alla morte dello zio fu eletto arcivescovo e resse la cattedra solo per nove anni: morì infatti il 23 gennaio 667.  Visse e operò in un periodo in cui la Chiesa di Spagna godeva di una congiuntura relativamente favorevole dal punto di vista politico, intellettuale, spirituale e pastorale. A ognuno di questi aspetti diede un contributo significativo. Questa situazione era conseguenza della conversione del re visigoto Recaredo, che nel 587 portò con sé il regno al cattolice

III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

Prima Lettura Nella Galilea delle genti, il popolo vide una grande luce. Is 8, 23b-9,3 Dal libro del profeta Isaìa Is 8,23b-9,3 In passato il Signore umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti. Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Mádian. Parola di Dio. COMMENTO PRIMA LETTURA  Nella Galilea delle genti, il popolo vide una grande luce. Questo celebre testo messianico desunto dal «libro dell'Emmanuele» di Isaia (cc. 7-12) è posto in relazione al passo evangelico. Luce e gioia occupano la prima strofa di questo brano. La luce cancell