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Visualizzazione dei post da luglio, 2023

SANT'IGNAZIO DI LOYOLA, PRESBITERO – memoria

Prima Lettura Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio d'oro. Es 32,15-24.30-34 Dal libro dell'Èsodo Es 32,15-24.30-34 In quei giorni, Mosè si voltò e scese dal monte con in mano le due tavole della Testimonianza, tavole scritte sui due lati, da una parte e dall’altra. Le tavole erano opera di Dio, la scrittura era scrittura di Dio, scolpita sulle tavole. Giosuè sentì il rumore del popolo che urlava e disse a Mosè: «C’è rumore di battaglia nell’accampamento». Ma rispose Mosè: «Non è il grido di chi canta: “Vittoria!”. Non è il grido di chi canta: “Disfatta!”. Il grido di chi canta a due cori io sento». Quando si fu avvicinato all’accampamento, vide il vitello e le danze. Allora l’ira di Mosè si accese: egli scagliò dalle mani le tavole, spezzandole ai piedi della montagna. Poi afferrò il vitello che avevano fatto, lo bruciò nel fuoco, lo frantumò fino a ridurlo in polvere, ne sparse la polvere nell’acqua e la fece bere agli Israeliti. Mosè disse ad Aron

SANT’IGNAZIO di Loyola

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 Nacque nel castello di Lojola, da una nobile famiglia di Spagna, l'anno 1491.  Dopo aver dimorato per qualche tempo alla corte dei re cattolici, passò nella milizia, ove si distinse per il suo valore. Prescelto alla difesa di Pamplona, da prode sostenne l'assedio con un pugno di uomini, ma nel furore della mischia ebbe una gamba spezzata. Mentre era costretto a letto, chiese qualcuno di quei romanzi cavallereschi che allora erano in voga, ma non avendone a portata di mano gli furono dati la vita di Gesù Cristo e un libro di vita di santi. Portato più dalla necessità che dalla devozione, Ignazio incominciò a leggerli. Quei digiuni, quelle veglie, quelle mortificazioni di quegli uomini grandi davanti a Dio e davanti agli uomini, lo colpirono fino nell'intimo dell'anima. Era la grazia divina éhe entrata nel suo cuore cominciava ad operare. Tremenda fu la battaglia della natura colla grazia, ma finalmente questa prevalse e la sua vita mutò. Non appena ebbe forze bastevoli

PREGHIERA A SANT'IGNAZIO DI LOYOLA

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Prendi, Signore, e ricevi tutta la mia libertà, la mia memoria, la mia intelligenza e tutta la mia volontà, tutto ciò che ho e possiedo; tu me lo hai dato, a te, Signore, lo ridono; tutto è tuo, di tutto disponi secondo la tua volontà: dammi solo il tuo amore e la tua grazia; e questo mi basta. Amen

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

Prima Lettura Hai domandato per te la sapienza. 1Re 3,5.7-12 Dal primo libro dei Re 1Re 3,5.7-12 In quei giorni a Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda». Salomone disse: «Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per la quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?». Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, fac

San Pietro Crisologo

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 S. Pietro Crisologo fu nel secolo v difensore della Chiesa occidentale contro gli Eutichiani. Nacque da agiata famiglia di Imola e fu battezzato dal vescovo S. Cornelio, dal quale fu pure istruito nelle lettere, ed ordinato diacono.  Morto il Vescovo di Ravenna, i fedeli radunati elessero il nuovo Vescovo e pregarono S. Cornelio che li appoggiasse per ottenere da Roma la conferma della elezione. Cornelio accettò di buon grado, e condusse seco anche il diacono Pietro. Giunto a Roma, Sisto III, illuminato da una visione, anziché approvare la nomina elesse a reggere la chiesa di Ravenna il diacono Pietro. Né i Ravennati ebbero a rammaricarsene. Appena entrato nella sua diocesi, il novello Vescovo si diede con grande ardore e fermezza a porre rimedio ai gravi abusi che erano penetrati specialmente nelle così dette calende di gennaio, che tenevano il luogo dell'attuale carnevale; e vi riuscì. Fu grande oratore, per questo fu detto « Crisologo » che vuol dire « Parola d'oro ». Ma fu

PREGHIERA A SAN PIETRO CRISOLOGO

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O Dio, che nel vescovo san Pietro Crisologo hai dato alla Chiesa un teologo insigne dell'incarnazione del Verbo, concedi a noi, che lo veneriamo protettore e maestro, di meditare nel cuore e di esprimere con le opere il tuo mistero di salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio. Amen

SANTI MARTA, MARIA E LAZZARO – memoria

Prima Lettura Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi. 1Gv 4,7-16 Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 1 Gv 4,7-16 Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come sa

Santa Maria di Betania

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 Maria sorella di Marta e Lazzaro secondo il Vangelo di Giovanni, unse i piedi di Gesù e li asciugò con i capelli in una casa a Betania. Ora anche Luca descrive un'unzione (Le 7, 36-50) non dice il nome della donna, ma afferma che è una peccatrice e che cosparge i piedi del Maestro di olio asciugandoli poi con i capelli, mentre il Signore sta cenando con un certo Simone. Sia Marco che Matteo la citano, affermando che era presente a Betania, nella casa di Simone, come Luca, ma non dicono il nome della donna (Mt 26, 6-13; Mc 14, 3-9). Maria di Betania sedeva ascoltando il Signore, che era amata da lui, e che mostrava di ricambiare il suo amore ungendogli i piedi e asciugandoli con i capelli. Secondo il racconto occidentale, si recò in Provenza con Marta e Lazzaro; secondo le tradizioni orientali, andò con loro a Cipro. Come si è visto, in Gv 11, 1-44 vi è un racconto completo della risurrezione di Lazzaro da parte di Gesù. MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione dei santi Lazzaro, fratel

San Lazzaro di Betania

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 Lazzaro, fratello di Marta e di Maria, che diede ospitalità a Gesù, era di stirpe regale. Suo padre fu governatore della Siria e delle città poste sulle rive del Mediterraneo. Quando Gesù passava facendo del bene e curando ogni malattia, Lazzaro si era ritirato a Betania con le sue sorelle e qui fu preso da una grave malattia. Le sorelle, sapendo che Gesù era vicino, mandarono a dirgli che Lazzaro era ammalato. Ma Gesù rispose: « Questa non è infermità da morirne, ma è a gloria di Dio, affinché per essa il Figlio di Dio sia glorificato ». Siccome Gesù voleva bene a Marta, a Maria sua sorella ed a Lazzaro, quand'ebbe udito che questi era infermo, si recò in Giudea, ma dovette trattenersi ancora due giorni in quel luogo.  Quindi andò a Betania. Marta, sentendo che Gesù veniva, gli andò incontro; mentre Maria stava seduta in casa. E Marta disse a Gesù: « Signore, se tu eri qui, mio fratello non sarebbe morto ». Gli andò incontro pure Maria, la quale si gettò ai piedi di Gesù e gli di

PREGHIERA A SAN LAZZARO DI BETANIA

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O glorioso San Lazzaro che sempre ardente dal desiderio di accrescere la gloria di Dio e della Chiesa, sua sposa, instancabilmente attendeste alla santificazione dell'anima vostra e all'educazione del prossimo con la costante pratica della preghiera, della carità, della penitenza e di tutte le virtù cristiane, per cui divenuto nella Chiesa un vero modello di santità, diveniste poi nel Cielo, Protettore di tutti quelli che a voi ricorrono con fiducia, volgete benigno lo sguardo sopra di noi che invochiamo la potenza del vostro patrocinio. Accrescete in noi quella pietà che forma il vero carattere dei figli di Dio. Fate che a vostra imitazione, noi viviamo come servi fedeli, aspettando con una vita edificante, l'arrivo dell'eterno Padrone, affinché, trovandoci sempre pronti alla partenza da questo esilio, meritiamo di essere con voi in Paradiso, dove ci sarà concesso di vedere ciò che adesso crediamo, ciò che adesso speriamo, e di godere ciò che adesso amiamo. Amen.

Santa Marta di Betania

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 Era sorella di Lazzaro e di Maria. Era questa una famiglia molto distinta e caritatevole che Gesù molto amava e sovente onorava con la sua presenza.  A Marta era affidata la cura delle faccende domestiche. Ella mostrava ogni impegno per servire bene Gesù, e S. Luca narra che una volta, vedendo che la sorella Maria non l'aiutava nelle sue faccende, si lamentò dolcemente col Maestro Divino dicendo: « Signore, non t'importa che la mia sorella mi lasci sola a servire? ». Ma Gesù, pur non biasimando la sua sollecitudine, le disse: « Marta, Marta, tu ti affanni e t'inquieti di troppe cose. Una sola cosa è necessaria ».  Alla morte del fratello Lazzaro le due sorelle rimasero molto contristate e non c'era chi potesse consolarle nel loro dolore. Fosse almeno stato presente Gesù! Egli, avvisato, non era ancora ritornato. Ma quattro giorni dopo, ecco arrivare il Maestro. « Marta, narra l'evangelista S. Giovanni, appena seppe della venuta di Gesù, gli andò incontro, mentre Ma

PREGHIERA A SANTA MARTA DI BETANIA

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Ammirabile Vergine, con piena fiducia ricorro a te. Mi confido a te sperando che mi esaudirai nelle mie necessità e che mi aiuterai nella mia prova umana. Ringraziandoti in anticipo ti prometto di divulgare questa preghiera. Consolami, ti supplico in tutti i miei bisogni e difficoltà. Ricordandomi del profondo gaudio che riempì il Tuo Cuore all'incontro col Salvatore del mondo nella tua casa a Betania. Ti invoco: assistimi come pure i miei cari, affinché io rimanga in unione con Dio e che io meriti di Essere esaudito nelle mie necessità, in particolare nel bisogno che pesa su di me. Con piena fiducia ti prego, Tu, mia auditrice: vinci le difficoltà che mi opprimono come pure hai vinto il perfido drago che è rimasto vinto sotto il tuo piede. Amen  

Venerdì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Prima Lettura La legge fu data per mezzo di Mosè. Es 20,1-17 Dal libro dell'Èsodo Es 20,1-17   In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno

Santi Nazario e Celso

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 S. Nazario ebbe la fortuna di avere una piissima madre per nome Perpetua la quale era stata ammaestrata nella fede da S. Pietro, o almeno da alcuni dei suoi primi discepoli. Benchè suo marito, che occupava un posto distinto nell'impero, fosse pagano, ella tuttavia si studiò di ispirare al giovanetto Nazario, suo figlio, un ardente desiderio di consacrarsi a Gesù Cristo. Le sue lezioni ebbero un successo che superò le sue speranze. Nazario divenne un perfetto modello di tutte le virtù cristiane. Ardente di zelo per la salute delle anime, abbandonò Roma, sua patria, si recò a predicare la fede in molti luoghi con un fervore e con una generosità degna di un discepolo degli apostoli. Giunto a Milano i pagani lo arrestarono con un giovane di nome Celso, che lo accompagnava per assisterlo nei suoi viaggi e l'uno e l'altro furono condannati a perdere la testa sotto la mannaia. Soffrirono il martirio verso l'anno 68, poco dopo che Nerone aveva scatenata la prima persecuzione s

PREGHIERA A SANTI NAZARIO E CELSO

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Gloriosissimi Martiri ed Apostoli di Gesù. Santi Nazario e Celso, che con animo invitto e singolare carità ci avete illuminato a conoscere il vero Dio e ci avete ammaestrato nella fede e nella religione di N. S. Gesù Cristo, fonte di vera civiltà e salvezza, venite in nostro aiuto e degnatevi di intercedere per noi. Ottenete ai pusillanimi vigoria di cristiana virtù e vivezza di fede, ai peccatori una vera contrizione delle loro colpe, ai giusti la finale perseveranza. Ascoltate le preghiere di chi ricorre al vostro valevole patrocinio e siate voi gli Angeli tutelari delle nostre famiglie. Deh fate, o invitti Martiri del Signore, che non venga meno nei nostri cuori la fede e l'amore a Gesù Cristo; che fermi ci manteniamo nel divino servizio e possiamo un giorno essere coronati con Voi nel S. Paradiso. Così sia.

Giovedì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Prima Lettura Il Signore scenderà sul monte Sinai, alla vista di tutto il popolo. Es 19,1-2.9-11.16-20b Dal libro dell'Èsodo Es 19,1-2.9-11.16-20b   Il terzo mese dall’uscita degli Israeliti dalla terra d’Egitto, nello stesso giorno, essi arrivarono al deserto del Sinai. Levate le tende da Refidìm, giunsero al deserto del Sinai, dove si accamparono; Israele si accampò davanti al monte. Il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per venire verso di te in una densa nube, perché il popolo senta quando io parlerò con te e credano per sempre anche a te». Mosè riferì al Signore le parole del popolo. Il Signore disse a Mosè: «Va’ dal popolo e santificalo, oggi e domani: lavino le loro vesti e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà sul monte Sinai, alla vista di tutto il popolo». Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno: tutto il popolo che era nell’accampamento fu scosso d

San Pantaleone

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 Pantaleone Martire, santo (sec. IV). Uno di quei santi la cui popolarità fu tanto grande in Occidente quanto in Oriente. La sua Passione greca che non ha purtroppo nessun valore storico ebbe numerose versioni latine, oltre a traduzioni nelle diverse lingue orientali. Il racconto ci riferisce che Pantaleone era nato da madre cristiana, ma non era stato battezzato; aveva iniziato una brillante carriera medica quando un prete gli rivelò la potenza di Cristo, medico dell'anima e del corpo. Convertitosi alla fede cristiana e fiducioso da allora nell'efficacia della preghiera, compì parecchi miracoli, guarendo in particolare un giovane morso da un serpente e ridando la vista a un cieco. Denunciato probabilmente da alcuni colleghi invidiosi dei suoi successi, comparve dinanzi all'imperatore (Galerio), che lo sottopose a un'ordalia per verificare i suoi doni di taumaturgo; poco convinto, a quanto pare, dal buon esito della prova, l'imperatore consegnò il santo ai carnefici

PREGHIERA A SAN PANTALEONE

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O glorioso Medico e Martire San Pantaleone, mio protettore che in mezzo ai più gravi tormenti rimaneste più volte, per divina bontà illeso e che nel momento di vostra morte pregaste pei vostri medesimi persecutori, impetrateci dal Signore la grazia di essere sempre salvi, dai pericoli dell'anima e del corpo e di amare il prossimo; così, imitando le vostre virtù, meriteremo di essere protetti da voi nel corso di nostra vita per essere poi partecipi della vostra gloria nel cielo. Così sia

SANTI GIOACCHINO E ANNA, GENITORI DELLA BEATA VERGINE MARIA – memoria

Prima Lettura Io sto per far piovere pane dal cielo per voi. Es 16,1-5.9-15 Dal libro dell'Esodo Es 16,1-5.9-15 Gli Israeliti levarono le tende da Elìm e tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin, che si trova tra Elìm e il Sinai, il quindici del secondo mese dopo la loro uscita dalla terra d'Egitto. Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d'Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine». Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che dovranno portare a casa, sarà il doppi

Santi Anna e Gioacchino

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 S. Anna nacque a Betlemme in umile dimora, e fu predestinata da Dio ad andare sposa a Gioachino. Entrambi erano della stirpe di David. I due sposi scelti dal Cielo a darci l'Immacolata da tanti anni sospiravano un figlio e pregavano con lacrime l'Onnipotente affinché esaudisse i loro desideri. Come l'antica Anna, madre di Samuele, effondeva presso il Signore le sue preci e faceva voto di consacrargli interamente il figlio che le avrebbe mandato, così la madre di Maria prometteva di consacrare a Dio la prole che le avrebbe concesso Avanzata ormai d'età e sterile, il suo stato era allora considerato come un castigo del cielo, come un'esclusione dal partecipare alla nascita del Messia. Tanto che Gioacchino, giunto in tarda età senza prole, venne allontanato dal tempio di Gerusalemme dallo scriba Ruben, perché non era consentito accedervi a chi non avesse procreato.  Gioacchino si ritirò nel deserto, tra i pastori. Mentre era separato da Anna un angelo le sarebbe appar

PREGHIERA A SANTI ANNA E GIOACCHINO

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O Santi Gioacchino e Anna, proteggete le nostre famiglie, dai promettenti inizi fino all'età matura, carica delle sofferenze della vita, e sorreggetele nella fedeltà alle solenni promesse. Accompagnate coloro che, anziani, si avvicinano all'incontro con Dio. Addolcite il trapasso, supplicando per quell'ora la materna presenza della vostra diletta figlia, la Vergine Maria, e del suo divin Figlio: Gesù. Amen.

SAN GIACOMO, APOSTOLO – Festa

Prima Lettura Portiamo nel nostro corpo la morte di Gesù. 2Cor 4,7-15 Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 2Cor 4,7-15   Fratelli, noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita. Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui

San Giacomo il Maggiore

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 S. Giacomo il Maggiore fu uno dei dodici Apostoli. Perchè i Samaritani non avevano voluto ricevere i discepoli mandati da Gesù, Giacomo, col fratello Giovanni, si accostò al Divino Maestro e gli disse: « Signore, vuoi che diciamo al fuoco di discendere dal cielo a consumarli? ».  Ma Gesù benignamente rispose: « Non sapete di che spirito siete. Il Figlio dell'uomo non è venuto a perder le anime, ma a salvarle ». E S. Giacomo mostrò poi d'aver fatto frutto dell'eloquente lezione. Nacque in Galilea circa dodici anni prima di Gesù. Era fratello di S. Giovanni, figlio di Zebedeo pescatore in Betsaida, sul lago di Tiberiade e di Salome, discepola di Gesù. L'appellativo « maggiore » gli venne dal fatto che la sua chiamata fu antecedente a quella dell'altro S. Giacomo, figlio di Alfeo, che fu detto perciò « minore ». Chiamato all'apostolato da Gesù stesso, lo segui generosamente, abbandonando le reti e la barca del padre. Questa generosità gli fruttò una speciale benev

PREGHIERA A SAN GIACOMO IL MAGGIORE

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O glorioso San Giacomo che per la vostra purezza e per il vostro zelo meritaste di essere da Gesù Cristo non solo sollevato al grado di Apostolo, ma fra gli apostoli stessi privilegiato delle sue più intime confidenze, ottenete a noi tutti la grazia di essere per la nostra vita veramente cristiana, meritevoli delle grazie più elette e singolari. Voi, annunziando a molti popoli il Vangelo di Gesù Cristo, instillaste nel cuore di tutti la più profonda venerazione per la SS. Vergine Maria, ottenete a noi tutti un grande zelo per la santificazione dei nostri fratelli. E poiché dopo di avere sostenuto per amore di Gesù Cristo le più grandi fatiche ed affrontati i maggiori pericoli aveste poi l'onore di essere il primo a sigillarne col sangue la Fede, ottenete a noi tutti la grazia di sostenere sempre in pace le fatiche ed i travagli di questa terra, e specialmente la salvezza dell'anima. Così sia.

Lunedì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Prima Lettura Sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone. Es 14,5-18 Dal libro dell'Èsodo Es 14,5-18 In quei giorni, quando fu riferito al re d'Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: «Che cosa abbiamo fatto, lasciando che Israele si sottraesse al nostro servizio?». Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati. Prese seicento carri scelti e tutti i carri d'Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi. Il Signore rese ostinato il cuore del faraone, re d'Egitto, il quale inseguì gli Israeliti mentre gli Israeliti uscivano a mano alzata. Gli Egiziani li inseguirono e li raggiunsero, mentre essi stavano accampati presso il mare; tutti i cavalli e i carri del faraone, i suoi cavalieri e il suo esercito erano presso Pi-Achiròt, davanti a Baal-Sefòn. Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani marciavano dietro di

Santa Cristina

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PREGHIERA A SANTA CRISTINA DI BOLSENA

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O Santa Cristina, Vergine e Martire gloriosa, tu che per tanti secoli, in tutti i bisogni spirituali e materiali, hai spiegato il tuo potente patrocinio a pro di quanti ti hanno invocata, e specialmente di noi che ti adoriamo, divoti figli di questa terra che ti fu mostrata da Dio, sorridici ancora benigna e prega per tutti. Prega e mantieni in noi viva la fede, ferma la speranza, costante l'amore; prega, affinchè, nelle dure lotte della vita, te invocando, possiamo superare le insidie dei nemici delle anime nostre, e, dopo questo misero esigilo, ci sia dato poterci beare del tuo sorriso nella gloria celeste, e là cantarti l'eterno inno di amore e di riconoscenza. Cosi sia.

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

Prima Lettura Dopo i peccati, tu concedi il pentimento. Sap 12,13.16-19 Dal libro della Sapienza Sap 12,13.16-19 Non c'è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perché tu debba difenderti dall'accusa di giudice ingiusto. La tua forza infatti è il principio della giustizia, e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti. Mostri la tua forza quando non si crede nella pienezza del tuo potere, e rigetti l'insolenza di coloro che pur la conoscono. Padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza, perché, quando vuoi, tu eserciti il potere. Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini, e hai dato ai tuoi figli la buona speranza che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento. Parola di Dio. Salmo Responsoriale Dal Sal 85 (86) R. Tu sei buono, Signore, e perdoni. Tu sei buono, Signore, e perdoni, sei pieno di misericordia con chi t'invoca. Porgi l'orecchio, Signore, alla mia

Santa Brigida di Svezia

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  Brigida nacque da Brigero, principe di Svezia e da Sigfrida, discendente dei re dei Goti. Assai presto perdette la madre e venne allevata dalla zia. Si dice che fino a tre anni rimanesse muta, età in cui miracolosamente le si sciolse la lingua e cominciò a parlare in modo perfetto. Non ancora decenne, la notte dopo aver udito un discorso sopra la passione di Gesù, di cui era rimasta impressionatissima, ebbe la visione del Salvatore appeso alla croce, tutto coperto di sangue. Nello stesso tempo sentì una voce: « Guardami figliuola mia, ecco quello che fanno quelli che mi disprezzano e che sono insensibili all'amore che ho per loro ». Da quel tempo non potè più pensare al mistero della passione senza lagrime. A sedici anni il padre la sposò a Ulfone, principe di Nericia. Brigida, vedendosi così giovane e impreparata a tale passo, pregò ed ottenne dal padre un anno di dilazione prima di coabitare col marito. Così i due sposi, per vicendevole consenso, passarono nella continenza il p

PREGHIERA A SANTA BRIGIDA DI SVEZIA

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Con cuori confidenti a te ci rivolgiamo, Beata Brigida, per domandare in questi tempi di oscurità e di miscredenza la tua intercessione in favore di quelli che sono separati dalla Chiesa di Gesù Cristo. Per la chiara cognizione che tu avesti dei crudeli patimenti del nostro Crocifisso Salvatore, prezzo della nostra redenzione, ti supplichiamo di ottenere la grazia della fede a coloro che sono fuori dell'unico ovile, cosi che le disperse pecorelle possano ritornare all'unico vero Pastore. Per Cristo nostro Signore. Amen.