XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.
Sir 3,19-21.30.31 (NV) [gr. 3,17-20.28-29]
Dal libro del Siràcide
Sir 3,19-21.30.31 (NV) [gr. 3,17-20.28-29]
Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
Per la misera condizione del superbo non c'è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
Parola di Dio.
COMMENTO PRIMA LETTURA
Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore. Dell'umiltà parla il Siracide, sapiente biblico del II secolo a.C. L'atteggiamento umile non è solo una virtù umana, è anche una dote autenticamente religiosa: «troverai grazia davanti al Signore» (v. 18) che ama la lode dei poveri e di chi ha il cuore umile (v. 20).
La scelta di Gesù si muoverà nella stessa linea tanto che nel suo autoritratto (Mt 11,29) egli si presenterà come «mite e umile di cuore». Questo atteggiamento interiore di semplicità, di povertà e di apertura diventerà un appello anche sulle labbra
di Paolo: «Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte piegatevi invece a quelle umili» (Rm 12,16).
Il brano del Siracide finisce con due aforismi dedicati rispettivamente al valore della saggezza e della riflessione (v. 28) e all'elemosina, radice del perdono dei peccati (v. 29).
Salmo Responsoriale
Dal Sal 67 (68)
R. Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.
I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome. R.
Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri. R.
Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio. R.
Seconda Lettura
Vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.
Eb 12,18-19.22-24a
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 12,18-19.22-24a
Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.
Parola di Dio.
COMMENTO SECONDA LETTURA
Vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.
L'autore di questa lettera-omelia presenta due grandi rivelazioni di Dio. La prima è quella del Sinai (vv. 18-19), ancora terrestre; la seconda, invece, è quella cristiana (vv. 22-24) ed è tutta celeste e spirituale. Essa si celebra nella nuova Gerusalemme ed è destinata ai «primogeniti di Dio» i cui nomi sono già iscritti nel libro della vita e della comunione con Dio. Fra costoro e Dio c'è il «mediatore della nuova alleanza», Cristo. Non è più l'alleanza esteriore e legale del Sinai, è quella interiore e spirituale cantata da Geremia: «Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore» (31,33). Il greco dispone di due aggettivi per esprimere la novità. Uno indica la qualità inedita d'una realtà, la sua originalità innovatrice rispetto al passato. L'altro, invece, ed è quello qui usato, esprime la giovinezza, la freschezza, la sorpresa. L'alleanza che Cristo ci porta non è solo una novità oggettiva rispetto al passato (primo senso, presente in Eb 8,8-9 e 9,15) ma anche sorpresa, gioiosa scoperta di vita.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. (Mt 11,29ab)
Alleluia.
Vangelo
Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,1.7-14
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
La storia insegna che l’orgoglio, l’arrivismo, la vanità, l’ostentazione sono la causa di molti mali. E Gesù ci fa capire la necessità di scegliere l’ultimo posto, cioè di cercare la piccolezza e il nascondimento: l'umiltà. Quando ci poniamo davanti a Dio in questa dimensione di umiltà, allora Dio ci esalta, si china verso di noi per elevarci a sé; perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato. (Angelus, 28 agosto 2016)
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