Santa Patrizia di Costantinopoli


 Le poche informazioni che abbiamo su Santa Patrizia provengono dagli scritti di un prete che celebrava la Messa tra le suore che furono compagne di viaggio di Patrizia. Si ritiene che Patrizia fosse una vergine proveniente da Costantinopoli, vissuta nel VII secolo e forse nipote dell'Imperatore Costante II.


Dopo aver ricevuto il velo dalle mani del Papa a Roma, Patrizia tornò nella sua terra natale, dove apprese della morte del padre. Durante un viaggio in Palestina, approdò a Napoli insieme alla sua nutrice Aglaia e trovò asilo al Castel dell’Ovo. Scelse il Monastero dei Santi Nicandro e Marciano, sopra Caponapoli, come luogo della sua sepoltura, dove concluse i suoi giorni terreni.


Fin dai tempi antichi, il culto di Santa Patrizia si è diffuso rapidamente a Napoli, tanto da eclissare la memoria dei Santi Nicandro e Marciano, martiri della Mesia. La sua festa, celebrata il 25 agosto, è un evento importante per la città, dove ogni anno una folla di fedeli si riunisce per onorarla. Nel 1625, Santa Patrizia fu dichiarata Compatrona di Napoli, e la sua statua d'argento fu collocata nella Cappella del Tesoro di San Gennaro, unendo la sua figura a quella degli altri 50 Santi Compatroni della città.


Dopo la soppressione del monastero dove visse Patrizia, le suore che la seguivano si trasferirono al Monastero di San Gregorio Armeno, portando con loro le sue reliquie. Nel 1922, la giovane Congregazione delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia, fondata da Maria Pia della Croce, continuò a custodire e venerare il corpo di Santa Patrizia. Oltre a confezionare le ostie per la Santa Messa, le suore gestiscono anche la scuola elementare “Santa Patrizia”, perpetuando così la memoria e l’influenza della Santa attraverso l’educazione.


Nelle pareti del monastero sono esposti numerosi ex-voto, segni tangibili della gratitudine dei fedeli per le grazie ottenute attraverso l'intercessione di Santa Patrizia. La sua presenza spirituale è forte e costante, e continua a essere un faro di speranza e di amore per tutta Napoli, una città che la considera una delle sue protettrici più amate.


Il nome di Santa Patrizia è ancora oggi invocato nelle litanie dell’“Ordo ad ungendum infirmos”, conservato nel Monastero di San Gregorio Armeno, e la sua statua è un punto focale nella Cappella del Tesoro di San Gennaro. La devozione verso di lei, che perdura da oltre 1500 anni, testimonia la profondità del suo impatto sulla città e il legame inscindibile tra la Santa e il popolo napoletano.

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