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Visualizzazione dei post da ottobre, 2024

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B

Prima Lettura I due saranno un’unica carne. Gn 2,18-24 Dal libro della Gènesi Gen 2,18-24 Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse:  «Questa volta è osso dalle mie ossa,  carne dalla mia carne.  La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta». Per

San Bruno Monaco

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 Nato in Germania nel 1030 e vissuto poi tra il suo Paese, la Francia e l'Italia, dove morì nel 1101, Bruno o Brunone, professore di teologia e filosofia, sceglie ben presto la strada della vita eremitica. Trova così sei compagni che la pensano come lui e il vescovo Ugo di Grenoble li aiuta a stabilirsi in una località selvaggia detta «chartusia» (chartreuse in francese). Lì si costruiscono un ambiente per la preghiera comune, e sette baracche dove ciascuno vive pregando e lavorando: una vita da eremiti, con momenti comunitari. Quando Bruno insegnava a Reims, uno dei suoi allievi era il benedettino Oddone di Châtillon. Nel 1090 se lo ritrova papa col nome di Urbano II, che lo sceglie come consigliere. Ottiene da lui riconoscimento e autonomia per il monastero fondato presso Grenoble, poi noto come Grande Chartreuse. In Calabria nella Foresta della Torre (ora in provincia di Vibo Valentia) fonda una nuova comunità. Più tardi, a poca distanza, costruirà un altro monastero per la vita

PREGHIERA A SAN BRUNO DI COLONIA

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  O mio protettore San Bruno, pieno di fiducia nella tua benevola intercessione, mi affido a te. So di essere peccatore, senza alcun merito da far valere, ma appunto questa mia povertà mi fa comprendere di essere sempre bisognoso del tuo aiuto o padre dei certosini, io mi abbandono nelle tue mani soccorritrici, sicuro della tua comprensione e accoglienza. Ho bisogno di luce sul mio cammino per non lasciarmi stornare dalle sollecitazioni continue di questo mondo. In mezzo alle lotte della vita tu hai saputo mantenere sempre una grande equanimità, un cuore dolce e materno, hai saputo apprezzare le bellezze della natura con animo contemplativo traboccante di riconoscenza a Dio. Fa sì che anche noi, tuoi devoti fedeli, possiamo avere questo tuo spirito di unione con Dio, di discernimento e di distacco dal mondo. Rendici sempre più docili all'amore di Dio , così da poterci trovare poi tutti insieme nella gloria del cielo. Così sia.

SABATO DELLA XXVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Prima Lettura Ora i miei occhi ti hanno veduto. Perciò mi ricredo. Gb 42,1-3.5-6.12-16 (NV) [ebr. 1-3.5-6.12-17] Dal libro di Giobbe Gb 42,1-3.5-6.12-16 (NV) [ebr. 1-3.5-6.12-17]   Giobbe prese a dire al Signore: «Comprendo che tu puoi tutto e che nessun progetto per te è impossibile. Chi è colui che, da ignorante, può oscurare il tuo piano? Davvero ho esposto cose che non capisco, cose troppo meravigliose per me, che non comprendo. Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto. Perciò mi ricredo e mi pento sopra polvere e cenere». Il Signore benedisse il futuro di Giobbe più del suo passato. Così possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine. Ebbe anche sette figli e tre figlie. Alla prima mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Argentea. In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe e il loro padre le mise a parte dell’eredità insieme con i loro fratelli. Dopo tutto questo

San Placido Monaco

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Placido, figlio del nobile patrizio romano Tertullo, venne affidato per essere educato a S. Benedetto da Norcia fin dall'età di sette anni. Il fanciullo dimostrò intelligenza aperta e cuore docile agli insegnamenti del maestro. Della sua infanzia si racconta il seguente episodio. Un giorno, dice S. Gregorio, il fanciullo andò al lago per attingere acqua, ma sdrucciolò e cadde dentro. S. Benedetto che stava nella sua cella, vide per rivelazione l'accaduto. Chiamò Mauro, altro suo discepolo e gli disse: « Corri velocemente, o fratello, perchè Placido è caduto nel lago ». Mauro gli domandò la benedizione e si affrettò ad ubbidirlo. Si portò al lago e senza affondare camminò sull'acqua e così potè riportare sulla riva Placido sano e salvo. S. Benedetto attribuì il miracolo all'ubbidienza del discepolo il quale a sua volta l'attribuiva alla fede ed alla benedizione del santo; ma Placido disse di aver visto lo stesso abate che lo soccorreva e lo copriva con la sua melota

PREGHIERA A SAN PLACIDO

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  O Signore fa che per l'intercessione dei tuoi santi e specialmente San Placido martire, l'umanità ritorni alla pratica della fede cristiana per una nuova evangelizzazione di questo terzo millennio a lode e gloria del tuo nome ed il trionfo della Chiesa. Amen

SAN FRANCESCO D'ASSISI, PATRONO D'ITALIA – FESTA

Prima Lettura Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Gal 6,14-18 Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati Gal 6,14-18   Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.  Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio. D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.  La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen. Parola di Dio. Salmo Responsoriale Dal Sal 15 (16) R. Tu sei, Signore, mia parte di eredità. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu». Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. R.   Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il

San Francesco d'Assisi

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 Francesco nacque ad Assisi nel 1182, nel pieno del fermento dell'età comunale. Figlio di un mercante, da giovane aspirava a entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina. Per questo ricercò la gloria tramite le imprese militari, finché comprese di dover servire solo il Signore. Si diede quindi a una vita di penitenza e solitudine in totale povertà, dopo aver abbandonato la famiglia e i beni terreni. Nel 1209, in seguito a un’ulteriore ispirazione, iniziò a predicare il Vangelo nelle città, mentre si univano a lui i primi discepoli. Con loro si recò a Roma per avere dal papa Innocenzo III l'approvazione della sua scelta di vita. Dal 1210 al 1224 peregrinò per le strade e le piazze d'Italia: dovunque accorrevano a lui folle numerose e schiere di discepoli che egli chiamava “frati”, cioè “fratelli”. Accolse poi la giovane Chiara che diede inizio al Secondo Ordine francescano, e fondò un Terzo Ordine per quanti desideravano vivere da penitenti, con regole adatte per i

PREGHIERA A SAN FRANCESCO D'ASSISI

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  Gloriosissimo S. Francesco, dal trono luminoso della gloria, che le vostre virtù vi hanno meritato, rivolgete vi prego, lo sguardo benigno su di me e sull'intera società. Che cosa sarà, o gran Santo, di tanti sventurati, che deliranti corron dietro ai dettami delle passioni e alla vanità di quella scienza, che nella negazione di ogni verità e sovversione di ogni ordine, aprono l'abisso della morte eterna? Deh, o caro Santo, voi che colla vostra parola e coi vostri esempi ridonaste la salute alla moribonda società e nell'amore a Gesù Cristo vi distingueste tanto meravigliosamente da meritare in questo sacro monte l'impressione delle sacre stimmate, otteneteci che fervorosi di quella fede, la quale rinnega ogni disordinata passione e rinunzia a tutte le mondane follie, imitandovi con perfezione nell'amore di Dio e del prossimo su questa misera terra, veniamo ad essere partecipi della vostra gloria nel santo Paradiso.

GIOVEDÌ DELLA XXVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Prima Lettura Io so che il mio redentore è vivo! Gb 19,21-27b Dal libro di Giobbe Gb 19,21-27b Giobbe disse: «Pietà, pietà di me, almeno voi, amici miei, perché la mano di Dio mi ha percosso!  Perché vi accanite contro di me, come Dio, e non siete mai sazi della mia carne? Oh, se le mie parole si scrivessero, se si fissassero in un libro, fossero impresse con stilo di ferro e con piombo,  per sempre s’incidessero sulla roccia! Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere! Dopo che questa mia pelle sarà strappata via,  senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro». Parola di Dio. Salmo Responsoriale Dal Sal 26 (27) R. Contemplerò la bontà del Signore nella terra dei viventi. Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!  Il mio cuore ripete il tuo invito:  «Cercate il mio volto!». R. Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo serv

San Dionigi l'Areopagita

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 Nacque nella città di Atene, da nobile e ricca famiglia pagana, verso l'anno ottavo dell'era volgare. Dotato dalla natura d'un ingegno sveglio, si diede agli studi frequentando i più celebri maestri d'Atene. Ma poichè amava lo studio dell'astronomia, si recò in Egitto, trovandosi quivi i maestri più famosi in tal materia. Secondo quel che narrano gli Evangelisti, alla morte di Nostro Signore sulla croce il sole si oscurò e le tenebre coprirono tutta la terra; Dionigi si trovava allora nella città di Eliopoli: e poichè conosceva bene il corso degli astri, conobbe che quello non era un fenomeno naturale, ma straordinario, e non sapendolo spiegare altrimenti disse: O il Padrone della natura soffre, o il mondo va in rovina. Ritornato nella città natia, per la grande fama del suo sapere e per la sua nobiltà, fu eletto giudice, e posto tra i sapienti dell'Areopago. Da questa carica gli venne l'appellativo di Areopagita. Un giorno alcuni di questi giudici incontra

SANTI ANGELI CUSTODI – MEMORIA

Prima Lettura Mando un angelo davanti a te. Es 23,20-23a Dal libro dell’Èsodo Es 23,20-23a   Così dice il Signore: «Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu dai ascolto alla sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari. Il mio angelo camminerà alla tua testa». Parola di Dio. Salmo Responsoriale Dal Sal 90 (91) R. Darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie. Chi abita al riparo dell’Altissimo passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente. Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido». R. Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge. Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio; la sua fedeltà ti sarà scudo e

Santi Angeli Custodi

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  Nella storia della salvezza, Dio affida agli Angeli l'incarico di proteggere i patriarchi, i suoi servi e tutto il popolo eletto. Pietro in carcere viene liberato dal suo Angelo. Gesù a difesa dei piccoli dice che i loro Angeli vedono sempre il volto del Padre che sta nei Cieli. Figure celesti presenti nell'universo religioso e culturale della Bibbia - così come di molte religioni antiche - e quasi sempre rappresentati come esseri alati (in quanto forza mediatrice tra Dio e la Terra), gli angeli trovano l'origine del proprio nome nel vocabolo greco anghelos =messaggero. Non a caso, nel linguaggio biblico, il termine indica una persona inviata per svolgere un incarico, una missione. Ed è proprio con questo significato che la parola ricorre circa 175 volte nel Nuovo Testamento e 300 nell'Antico Testamento, che ne individua anche la funzione di milizia celeste, suddivisa in 9 gerarchie: Cherubini, Serafini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù celesti, Principati, Arcangel

PREGHIERA A SANTI ANGELI CUSTODI

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  O santo angelo custode, abbi cura dell'anima mia e del mio corpo. Illumina la mia mente perché conosca  meglio il Signore e lo ami con tutto il cuore. Assistimi nelle mie preghiere perché non ceda alle distrazioni ma vi ponga la più grande attenzione. Aiutami con i tuoi consigli, perché veda il bene e lo compia con generosità. Difendimi dalle insidie del nemico infernale e sostienimi nelle tentazioni perché riesca sempre vincitore. Supplisci alla mia freddezza nel culto del Signore: non cessare di attendere alla mia custodia finché non mi abbia portato in Paradiso, ove loderemo insieme il Buon Dio per tutta l'eternità.

Santa Giovanna Emilia di Villeneuve

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 Santa Giovanna Emilia di Villeneuve (Jeanne Émilie de Villeneuve) fu una religiosa francese, fondatrice della Congregazione delle Suore di Religiosa Nostra Signora dell'Immacolata Concezione. Di nobile famiglia, dopo la perdita della madre e di una sorella si pose sotto la direzione del gesuita Le Blanc e decise di abbracciare la vita religiosa e dedicarsi all'assistenza dlle operaie, che agli albori dell'era industriale vivevano in condizione di grande miseria materiale e morale. Dopo aver meditato di entrare tra le Figlie della Carità, diede inizio a una nuova congregazione religiosa, detta delle suore di Nostra Signora dell'Immacolata Concezione, la cui casa madre venne eretta a Castres: le suore iniziarono a dedicarsi anche alla catechesi, all'insegnamento e alle missioni in Africa, accanto agli spiritani. La fondatrice governò il suo istituto fino al 1853: morì di colera durante un'epidemia scoppiata nel 1854. Giovanna è stata proclamata beata nel 2009 ed

SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

Prima Lettura Perché dare la luce a un infelice? Gb 3,1-3.11-17.20-23 Dal libro di Giobbe Gb 3,1-3.11-17.20-23 Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno. Prese a dire: «Perisca il giorno in cui nacqui e la notte in cui si disse: “È stato concepito un maschio!”. Perché non sono morto fin dal seno di mia madre e non spirai appena uscito dal grembo? Perché due ginocchia mi hanno accolto, e due mammelle mi allattarono? Così, ora giacerei e avrei pace, dormirei e troverei riposo con i re e i governanti della terra, che ricostruiscono per sé le rovine, e con i prìncipi, che posseggono oro e riempiono le case d’argento. Oppure, come aborto nascosto, più non sarei, o come i bambini che non hanno visto la luce. Là i malvagi cessano di agitarsi, e chi è sfinito trova riposo. Perché dare la luce a un infelice e la vita a chi ha amarezza nel cuore, a quelli che aspettano la morte e non viene, che la cercano più di un tesoro, che godono fino a esultare e gioiscono quando trovano una tomba, a u

Santa Teresa di Lisieux

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  La Francia dell'Ottocento è il primo paese d'Europa nel quale cominciò a diffondersi la convinzione di poter fare a meno di Dio, di poter vivere come se egli non esistesse. Proprio nel paese d'Oltralpe, tuttavia, alcune figure di santi, come Teresa di Lisieux, ricordarono che il senso della vita è proprio quello di conoscere e amare Dio. Teresa nacque nel 1873 in un ambiente profondamente credente. Nel 2015 anche i suoi genitori sono stati dichiarati santi. Ella ricevette, dunque, una educazione profondamente religiosa che presto la indusse a scegliere la vita religiosa presso il carmelo di Lisieux. Qui ella si affida progressivamente a Dio. Su suggerimento della superiora tiene un diario sul quale annota le tappe della sua vita interiore. Scrive nel 1895: «Il 9 giugno, festa della Santissima Trinità, ho ricevuto la grazia di capire più che mai quanto Gesù desideri essere amato». All'amore di Dio Teresa vuol rispondere con tutte le sue forze e il suo entusiasmo giovan

PREGHIERA A SANTA TERESA DI LISIEUX

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  O Santa Teresa, caro piccolo fiore di Gesù, per le ineffabili dolcezze della divina infanzia, riserbate anche a noi le vostre mistiche rose, spandete su tutti gli uomini i vostri sorrisi che ci ricordano l'immensa bontà di Dio e l'eterna gioia del Ciclo ove per Intercessione speriamo di essere congiunti e cantare con voi le divine misericordie. O gloriosissima Santa Teresa del Bambino Gesù pregate per coi.