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Visualizzazione dei post da settembre, 2024

MERCOLEDÌ DELLA XXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Prima Lettura Rimangono la fede, la speranza, la carità; ma la più grande di tutte è la carità. 1Cor 12,31-13,13 Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 12,31-13,13 Fratelli, desiderate intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime. Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verit

San Giuseppe da Copertino

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 Giuseppe Maria Desa nacque il 17 giugno 1603 a Copertino (Lecce) in una stalla del paese. Il padre fabbricava carri. Rifiutato da alcuni Ordini per «la sua poca letteratura» (aveva dovuto abbandonare la scuola per povertà e malattia), venne accettato dai Cappuccini e dimesso per «inettitudine» dopo un anno. Accolto come Terziario e inserviente nel conventino della Grotella, riuscì ad essere ordinato sacerdote. Aveva manifestazioni mistiche che continuarono per tutta la vita e che, unite alle preghiere e alla penitenza, diffusero la sua fama di santità. Giuseppe levitava da terra per le continue estasi. Così, per decisione del Sant'Uffizio venne trasferito di convento in convento fino a quello di San Francesco in Osimo. Giuseppe da Copertino ebbe il dono della scienza infusa, per cui gli chiedevano pareri perfino i teologi e seppe accettare la sofferenza con estrema semplicità. Morì il 18 settembre 1663 a 60 anni; fu beatificato il 24 febbraio 1753 da papa Benedetto XIV e proclamat

PREGHIERA A SAN GIUSEPPE DA COPERTINO

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O potente avvocato dei tribolati, o glorioso San Giuseppe da Copertino, ai tanti prodigi e alle tante grazie che ogni giorno, grazie alla divina Bontà, dispendi a chi con fede implora il tuo aiuto, aggiungi anche questa: di essere generoso verso di me, in questo particolare momento. Tu conosci le mie difficoltà e le mie preoccupazioni. Fa' che finiscano. Sii il mio angelo protettore. Per i meriti acquistati nella tua vita concedimi la grazia. Consolatore di tutti i bisognosi, non mancare di esaudirmi, confido in te! Amen

MARTEDÌ DELLA XXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Prima Lettura Voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. 1Cor 12,12–14.27–31a Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 12,12-14.27-31a Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle gu

San Roberto Bellarmino

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 Roberto Bellarmino nacque a Montepulciano nel 1542 da una ricca e numerosa famiglia. Nel 1560 entrò nella Compagnia di Gesù. Studiò a Padova e a Lovanio e al Collegio romano di Roma. In quegli anni tra i suoi alunni c'era anche san Luigi Gonzaga. Venne creato cardinale e arcivescovo di Capua nel 1599. Divenne un affermato teologo postridentino. Scrisse molte opere esegetiche, pastorali e ascetiche; fondamentali per l'apologetica sono i voluminosi libri «De controversiis». Con un'opera semplice nella struttura ma ricca di sapienza come il suo «Catechismo» fu "maestro" di tante generazioni di fanciulli. Famoso anche un altro suo volume «L'arte del ben morire». Morì il 17 settembre 1621 a Roma. E' sepolto in un altare laterale della Basilica di Sant'Ignazio in Campo Marzio. Papa Pio XI lo beatificò il 13 maggio 1923, lo canonizzò il 29 giugno 1930 e lo proclamò Dottore della Chiesa il 17 settembre 1931. La sua festa era un tempo celebrata il 13 maggio, a

PREGHIERA A SAN ROBERTO BELLARMINO

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O glorioso San Roberto che con mirabile fedeltà spendeste tutta la vostra vita, e tutti gli esimi doni di mente e di cuore largitivi dal Signore consacraste al trionfo della Chiesa Cattolica e a difesa della Fede da essa insegnata, otteneteci da Dio che rimaniamo anche noi sempre saldi nella Fede e sempre fedeli agli insegnamenti della Santa Madre Chiesa, come voi mirabilmente li compendiaste nel vostro Catechismo e ancor più splendidamente li mostraste attuati nei vostri luminosissimi esempi. Così sia.

SANTI CORNELIO, PAPA, E CIPRIANO, VESCOVO, MARTIRI - MEMORIA

Prima Lettura Se vi sono divisioni tra voi il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. 1Cor 11,17–26.33 Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 11,17-26.33   Fratelli, non posso lodarvi, perché vi riunite insieme non per il meglio, ma per il peggio. Innanzi tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo. È necessario infatti che sorgano fazioni tra voi, perché in mezzo a voi si manifestino quelli che hanno superato la prova. Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. Ciascuno infatti, quando siete a tavola, comincia a prendere il proprio pasto e così uno ha fame, l’altro è ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla Chiesa di Dio e umiliare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo! Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella

Santi Cipriano e Cornelio

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 «Il Signore edifica la sua Chiesa sopra uno solo; anche se dopo la sua resurrezione egli conferisce un'eguale potestà a tutti gli apostoli. Come può credere allora di possedere la fede chi non mantiene l'unità della Chiesa?» Cipriano di Cartagine era un famoso retore che si convertì al cristianesimo verso il 246. La sua posizione intellettuale e sociale favorì la sua ordinazione come sacerdote e vescovo. All'epoca la comunità di Cartagine era lacerata da divisioni causate da persecuzioni particolarmente cruente, come quelle degli imperatori Decio, Gallo, Valeriano, Gallieno, ed altri che inducevano numerosi cristiani a sacrificare alle loro divinità pagane per sfuggire alla morte o all'esilio. Molti dei caduti chiedevano poi la riammissione, alla quale si opponevano i rigoristi. Cipriano, in considerazione della debolezza umana e della misericordia di Dio, adottò un atteggiamento più benevolo. Identica situazione si presentò a Roma dove, dopo la morte di papa Fabiano,

PREGHIERA A SANTI CIPRIANO E CORNELIO

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O Dio, che hai dato al tuo popolo i santi Cornelio e Cipriano, pastori generosi e martiri intrepidi, con il loro aiuto rendici forti e perseveranti nella fede, per collaborare assiduamente all'unità della Chiesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B

Prima Lettura Ho presentato il mio dorso ai flagellatori. Is 50,5-9a Dal libro del profeta Isaìa Is 50,5-9a   Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso. È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me. Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole? Parola di Dio. Salmo Responsoriale Dal Sal 114 (116) R. Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi. Amo il Signore, perché ascolta il grido della mia preghiera. Verso di me ha teso l’orecchio nel giorno in cui lo invocavo. R.   Mi stringevano funi di morte, ero preso nei lacci degli inferi, ero preso d

Maria Addolorata

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 Ogni sguardo dato a Lei da Gesù, ogni accento di quel labbro soave, mentre sollevava Maria sulle ali dell'amore materno, la precipitava nell'investigabile abisso del più acerbo dolore. Se la Vergine si compiaceva nel contemplare quel volto leggiadro, tosto la conturbava il desolante pensiero che un giorno quel volto sarebbe stato sformato dalle percosse e ricoperto dal gelido sudore della morte; se ne mirava la fronte divina, su cui si divideva la bionda capigliatura, Maria soffriva pensando all'orribile serto da cui sarebbe stata un giorno incoronata. Questi sentimenti dolorosi si tramutarono in realtà, quando giunse per Maria il momento solenne di assistere alla divina passione. Tutto quello che Ella sofferse sin qui, altro non fu che la preparazione del martirio che l'attendeva sull'erta fatale del Golgota. Quando Gesù morì, la terra tremò, si spaccarono le pietre, cominciarono ad addensarsi le tenebre sul creato; a queste manifestazioni della natura indignata,

I sette dolori di Maria

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PRIMO DOLORE: La rivelazione di Simeone Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima». SECONDO DOLORE: La fuga in Egitto Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto. TERZO DOLORE: Lo smarrimento di Gesù nel Tempio Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli dis

PREGHIERA A MARIA ADDOLORATA

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O gran Regina dei Martiri e la più desolata di tutte le madri, il vostro dolore è immenso come il mare, perchè tutte le piaghe che i peccati degli uomini hanno impresse nel sacro corpo del vostro divin Figliuolo, sono ivi tutte riunite a trafiggere il vostro cuore. Ecco prostrato ai vostri piedi il peccatore più indegno, sinceramente pentito d'aver trafitto il divin Redentore. Le colpe che io ho commesso sono più gravi di quello che io posso soffrire per cancellarle. Deh, Madre beata, imprimete nel mio cuore le piaghe santissime del vostro amore, onde non brami che di patire e morire con Gesù crocifisso, e spirar l'anima penitente nel vostro purissimo cuore. Così sia. Maria Addolorata, Madre di tutti i Cristiani, pregate per noi.

ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE - Festa

Prima Lettura Chiunque sarà stato morso e guarderà il serpente, resterà in vita. Nm 21,4b-9 Dal libro dei Numeri Nm 21,4b-9   In quei giorni, il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero». Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita. Parola di Dio. S

Esaltazione della Santa Croce

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 La festa dell'Esaltazione della S. Croce si celebrava in memoria delle parole profetiche del Divin Maestro: « Quando sarò innalzato da terra, trarrò tutto a me » e « quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo allora conoscerete chi sono io ». Questa festa, secondo molti autori, era già fissata il 14 settembre e celebrata con gran solennità, prima ancora che l'imperatore Eraclio riportasse il Santo Legno nel luogo da dove Cosroe, quattordici anni prima, lo aveva asportato. Cosroe II, re dei Persiani, nel 614, approfittando della dissoluzione dell'impero, mosse guerra ai Romani, col futile pretesto di vendicare l'imperatore Maurizio ed i suoi figli, che Foca aveva barbaramente trucidati. La condotta però ch'egli tenne ben presto diede a conoscere che egli non bramava altro che di saziare la sua ambizione e sfogare il suo odio contro i cristiani. Depredò la Mesopotamia, occupò successivamente le città di Edessa, Cesarea, Damasco e Gerusalemme e dopo aver fatto il

PREGHIERA ALLA SANTA CROCE

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Mi abbandono, o Dio, nelle tue mani. Gira e rigira quest'argilla, come creta nelle mani del vasaio. Dàlle una forma e poi spezzala, se vuoi. Domanda, ordina, cosa vuoi che io faccia? Innalzato, umiliato, perseguitato, incompreso, calunniato, sconsolato, sofferente, inutile a tutto, non mi resta che dire, sull'esempio di tua Madre: «Sia fatto di me secondo la tua Parola». Dammi l'amore per eccellenza, l'amore della Croce, ma non delle croci eroiche che potrebbero nutrire l'amor proprio, ma di quelle croci volgari, che purtroppo porto con ripugnanza... di quelle che si incontrano ogni giorno nella contraddizione, nell'insuccesso, nei falsi giudizi, nella freddezza, nel rifiuto e nel disprezzo degli altri, nel malessere e nei difetti dei corpo, nelle tenebre della mente e nel silenzio e aridità del cuore. Allora solamente Tu saprai che Ti amo, anche se non lo saprò io, ma questo mi basta. Amen.

SAN GIOVANNI CRISOSTOMO, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

Prima Lettura Mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. 1Cor 9,16-19.22b-27 Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 9,16-19.22b-27 Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo. Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io. Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per

San Giovanni Crisostomo

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 Giovanni, nato ad Antiochia (probabilmente nel 349), dopo i primi anni trascorsi nel deserto, fu ordinato sacerdote dal vescovo Fabiano e ne diventò collaboratore. Grande predicatore, nel 398 fu chiamato a succedere al patriarca Nettario sulla cattedra di Costantinopoli. L'attività di Giovanni fu apprezzata e discussa: evangelizzazione delle campagne, creazione di ospedali, processioni anti-ariane sotto la protezione della polizia imperiale, sermoni di fuoco con cui fustigava vizi e tiepidezze, severi richiami ai monaci indolenti e agli ecclesiastici troppo sensibili alla ricchezza. Deposto illegalmente da un gruppo di vescovi capeggiati da Teofilo di Alessandria, ed esiliato, venne richiamato quasi subito dall'imperatore Arcadio. Ma due mesi dopo Giovanni era di nuovo esiliato, prima in Armenia, poi sulle rive del Mar Nero. Qui il 14 settembre 407, Giovanni morì. Dal sepolcro di Comana, il figlio di Arcadio, Teodosio il Giovane, fece trasferire i resti mortali del santo a Cos

PREGHIERA A SAN GIOVANNI CRISOSTOMO

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O glorioso s. Giovanni Crisostomo, che a misura del vostro avanzarvi negli studi profani, progrediste ancora nella scienza della salute, per cui ancor giovanetto in Atene aveste la gloria di confondere tanti pagani filosofi, e di convertire in fervente cristiano il celebre Antemo, intercedete a noi tutti la grazia di servirci sempre dei nostri lumi per avanzarci nelle cognizioni indispensabili alla salute, e procurare a tutto potere la conversione e il miglioramento di tutti i nostri fratelli. Amen

GIOVEDÌ DELLA XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Prima Lettura Ferendo la coscienza debole dei fratelli, voi peccate contro Cristo. 1Cor 8,1b-7.11-13 Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 8,1b-7.11-13 Fratelli, la conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica. Se qualcuno crede di conoscere qualcosa, non ha ancora imparato come bisogna conoscere. Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto. Riguardo dunque al mangiare le carni sacrificate agli idoli, noi sappiamo che non esiste al mondo alcun idolo e che non c’è alcun dio, se non uno solo. In realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo che sulla terra – e difatti ci sono molti dèi e molti signori –, per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore, Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui. Ma non tutti hanno la conoscenza; alcuni, fino ad ora abituati agli idoli, mangiano le carni come se fossero sacrificate agli idoli, e così la loro coscienza, debole com’è

Santissimo Nome di Maria

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 Dopo il nome di Gesù non v'è nome più dolce, più potente, più consolante che quello di Maria; nome dinanzi a cui s'inchinano riverenti gli Angeli, la terra si allieta, l'inferno trema. Tre sono i principali significati di questo nome: Mare: dall'ebraico Maryam, nome adatto ad esprimere la sovrabbondanza delle grazie sparse sopra di lei. Come invero tutti i fiumi sboccano nell'oceano, così tutti i tesori delle grazie celesti, tutte le eccelse prerogative e carismi furono versati sopra l'anima della Vergine, la quale è chiamata: « Madre di grazie ». Amarezza: anche questo conviene moltissimo alla Vergine il cui cuore nuotò in un mare di angoscia, precisamente come aveva predetto il Profeta: « Immenso come il mare è il tuo cordoglio ». Come la Vergine era stata colmata più di tutti i Santi di grazia, così più di tutti loro doveva bere il calice amaro della passione del suo Figliuolo Gesù. Stella: con questo appellativo la Chiesa invoca la Vergine nel bellissimo in

INNO AL NOME DI MARIA

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O dolce Nome, Maria, Maria, speme e conforto dell’alma mia, col cuor sul labbro, finché vivrò: o dolce Nome, t’invocherò. Allor che l’alba rimena il giorno, allor che il sole fa in mar ritorno, ovunque stia, ovunque andrò: o dolce Nome, t’invocherò. Nel mar crudele di questa vita, se la mia nave andrà smarrita, a te mia stella mi volgerò; o dolce nome t’invocherò. Tu sei la stella che fuga i venti, che doma e placa l’onde frementi, che mille e mille navi salvò: o dolce Nome, t’ invocherò. La sospirata placida calma per te sicura godrà quest’alma: per te beato ognor sarò: o dolce Nome, t’ invocherò. Perché sia lungi timore e doglia, perché sia lungi ogni rea voglia, a te, Maria. sol penserò: o dolce Nome, t’ invocherò. Quando al confine del viver mio, a quel confine pur giunto anch’io, l’estreme voci proferirò: o dolce Nome, t’ invocherò. In quei tremendi mortali affanni, del fier nemico le insidie, i danni, per sì bel nome non temerò: o dolce Nome, t’ invocherò.

PREGHIERA AL SANTISSIMO NOME DI MARIA

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Ricordati o piissima Vergine Maria, non essersi mai udito che sia stato abbandonato chi ha ricorso a Voi, implorato il Vostro aiuto, chiesto il vostro soccorso. Io, animato da tale confidenza o Madre, Vergine delle Vergini a Voi vengo, innanzi a Voi peccatore contrito mi prostro; non vogliate, o Madre del Verbo sdegnare le mie preghiere, ma ascoltatemi propizia ad esauditemi. Amen

MERCOLEDÌ DELLA XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Prima Lettura Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei libero da donna? Non andare a cercarla. 1Cor 7,25-31 Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 7,25-31   Fratelli, riguardo alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita fiducia. Penso dunque che sia bene per l’uomo, a causa delle presenti difficoltà, rimanere così com’è. Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei libero da donna? Non andare a cercarla. Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella loro vita, e io vorrei risparmiarvele. Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del

Santi Felice, Regola ed Essuperanzio

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 I fatti su cui è intessuta la leggenda di questi santi sono pochi e controversi. Prima dell'inizio del IX secolo fu costruito un doppio monastero sulla loro tomba a Zurigo e sono attestate le donazioni generose di Luigi il Germanico (843-876) nel 853. Le reliquie dei martiri, identificate nel IX secolo, ne fecero fiorire il culto in Svizzera e altrove fino alla Riforma. All'inizio del XX secolo un certo numero di studiosi suggerì che Felice e Regola fossero santi nordafricani e che il culto a Zurigo fosse motivato solo dalla traslazione delle reliquie, ma quest'affermazione in realtà non era convalidata da nessuna prova documentata. Secondo la leggenda, Felice e Regola erano fratello e sorella che dopo aver seguito la Legione Tebana (22 set.) nel Vallese, riuscirono a sopravvivere al massacro fuggendo sulle montagne e raggiungendo prima Glarona e poi Zurigo, dove furono decapitati a causa della fede, durante la persecuzione di Decio (248-251). I corpi presero nelle loro ma

MARTEDÌ DELLA XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Prima Lettura Un fratello viene chiamato in giudizio dal fratello, e per di più davanti a non credenti! 1Cor 6,1–11 Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 6,1-11   Fratelli, quando uno di voi è in lite con un altro, osa forse appellarsi al giudizio degli ingiusti anziché dei santi? Non sapete che i santi giudicheranno il mondo? E se siete voi a giudicare il mondo, siete forse indegni di giudizi di minore importanza? Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più le cose di questa vita! Se dunque siete in lite per cose di questo mondo, voi prendete a giudici gente che non ha autorità nella Chiesa? Lo dico per vostra vergogna! Sicché non vi sarebbe nessuna persona saggia tra voi, che possa fare da arbitro tra fratello e fratello? Anzi, un fratello viene chiamato in giudizio dal fratello, e per di più davanti a non credenti! È già per voi una sconfitta avere liti tra voi! Perché non subire piuttosto ingiustizie? Perché non lasciarvi piuttosto privare di ciò che vi a

San Nicola da Tolentino

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Nacque nel 1245 a Castel Sant'Angelo in Pontano nella diocesi di Fermo. A 14 anni entrò fra gli eremitani di sant'Agostino di Castel Sant'Angelo come oblato, cioè ancora senza obblighi e voti. Più tardi entrò nell'ordine e nel 1274 venne ordinato sacerdote a Cingoli. La comunità agostiniana di Tolentino diventò la sua «casa madre» e suo campo di lavoro il territorio marchigiano con i vari conventi dell'Ordine, che lo accoglievano nell'itinerario di predicatore. Dedicava buona parte della sua giornata a lunghe preghiere e digiuni. Un asceta che diffondeva sorriso, un penitente che metteva allegria. Lo sentivano predicare, lo ascoltavano in confessione o negli incontri occasionali, ed era sempre così: veniva da otto-dieci ore di preghiera, dal digiuno a pane e acqua, ma aveva parole che spargevano sorriso. Molti venivano da lontano a confessargli ogni sorta di misfatti, e andavano via arricchiti dalla sua fiducia gioiosa. Sempre accompagnato da voci di miracoli, n

PREGHIERA A SAN NICOLA DA TOLENTINO

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Ammirabile S. Nicola, che, nato per intercessione del gran taumaturgo di Bari non vi accontentaste di portare per riconoscenza il suo nome, ma ogni studio ancora adoperaste per ricopiare in voi stesso le sue virtù; che ancor fanciullo faceste vostra delizia il ritiro, l'orazione, il digiuno, e tenero giovinetto, tanto più vi avanzaste nella pietà, quanto maggiori erano i vostri progressi nella letteraria carriera; impetrate a noi tutti la grazia di non rallentarci giammai nell'esercizio dell'evangelica mortificazione e di soffrir sempre con pace con gioia tutto ciò che di afflittivo e di tormentoso ci potesse accadere sopra la terra. Amen

LUNEDÌ DELLA XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Prima Lettura Togliete via il lievito vecchio. Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! 1Cor 5,1–8 Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 5,1-8   Fratelli, si sente dovunque parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità tale che non si riscontra neanche tra i pagani, al punto che uno convive con la moglie di suo padre. E voi vi gonfiate di orgoglio, piuttosto che esserne afflitti in modo che venga escluso di mezzo a voi colui che ha compiuto un’azione simile! Ebbene, io, assente con il corpo ma presente con lo spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha compiuto tale azione. Nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati voi e il mio spirito insieme alla potenza del Signore nostro Gesù, questo individuo venga consegnato a Satana a rovina della carne, affinché lo spirito possa essere salvato nel giorno del Signore. Non è bello che voi vi vantiate. Non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchi

San Pietro Claver

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 Nato a Verdù, a pochi chilometri da Barcellona, il 25 giugno 1580, Pietro Claver entra nella Compagnia di Gesù dopo aver pronunciato i primi voti nel 1604. Tra il 1605 e il 1608 studia filosofia a Palma di Maiorca e viene ordinato sacerdote a Cartagena nel 1616 e, diventato missionario, presta le sue cure pastorali agli schiavi neri, deportati dall'Africa. Qui, infatti, sbarcano migliaia di schiavi, quasi tutti giovani: ma invecchiano e muoiono presto per la fatica e i maltrattamenti; e per l'abbandono quando sono invalidi. In particolare, pronuncia il voto di essere «sempre schiavo degli Etiopi» (all'epoca si chiamavano «etiopi» tutti i neri) e per comprendere i loro problemi impara anche la lingua dell'Angola. Ammalatosi di peste, sopporta perfino i maltrattamenti del suo infermiere, che è un nero. Morto a 74 anni e canonizzato nel 1888 insieme con Alfonso Rodriguez, suo fratello gesuita e amico, è stato proclamato patrono delle missioni per i neri da Papa Leone XIII

PREGHIERA A SAN PIETRO CLAVER

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O Dio, Padre di tutti i popoli, che infondesti nel sacerdote san Pietro Claver, schiavo degli schiavi, un grande amore ed una pazienza ammirevole nel servizio dei suoi fratelli, gli uomini, senza distinzione di razze né di categorie sociali; per sua intercessione ed i suoi meriti concedici di superare ogni discriminazione sociale per amare tutti con cuore generoso ed essere principio di unità tra i tuoi figli. Amen

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B

Prima Lettura Si schiuderanno gli orecchi dei sordi, griderà di gioia la lingua del muto. Is 35,4-7a Dal libro del profeta Isaìa Is 35,4-7a   Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. La terra bruciata diventerà una palude, il suolo riarso sorgenti d’acqua. Parola di Dio. Salmo Responsoriale Dal Sal 145 (146) R. Loda il Signore, anima mia. Il Signore rimane fedele per sempre rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri. R.   Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri. R.   Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malva